“Si, perché Libando è anche l’occasione per consumare pietanze che hanno perso centralità nelle nostre case, dal momento che l’evoluzione della figura femminile ha inevitabilmente comportato anche una mutazione dei consumi e del tempo da dedicare alla cucina. E Libando resta proprio questo: un osservatorio per studiare la società e il tempo che passa e la trasforma, attraverso la lente di ingrandimento rappresentata dal cibo”. Bufera sul post (rimosso dopo questo articolo) apparso l’altro giorno sulla pagina Facebook del Comune di Foggia. Non bastavano le feroci critiche per il patrocinio concesso ad un evento contro l’aborto, ora anche gaffe e stereotipi di genere.
Inevitabili i commenti polemici dopo lo scivolone dell’amministrazione. “Non sapevo che gli uomini fossero sprovvisti di braccia! Al solito è colpa delle donne”, scrive una utente. Ed un’altra rincara la dose: “Comune di Foggia, secondo quale becera cultura gli uomini non possono dedicare esattamente lo stesso tempo alla cucina?”
In un post Donatella Caione di Matile Editrice scrive: “Il Comune di Foggia ci spiega perché è importante la manifestazione Libando: la ‘figura femminile’ non si dedica più anima e corpo a fare orecchiette, cartellate, mandorle atterrate, il ragù la domenica perché ha meno tempo da dedicare alla cucina. Per colpa quindi della ‘figura femminile’ a Foggia muoiono le tradizioni culinarie e alimentari. Ma ci pensa il Comune a mantenerle! Peccato che mentre Foggia mantiene il terzultimo posto per qualità della vita e i negozi chiudono, una manifestazione come Libando non venga invece utilizzata per valorizzare il nostro settore agroalimentare e sostenere, ad esempio, la produzione e la valorizzazione del nostro grano duro, quella che una volta era la nostra ricchezza, la ricchezza del mondo dell’agricoltura che diventava la ricchezza della città. Qualità della vita vuol dire anche andare avanti culturalmente, caro Comune di Foggia! E conservare le belle tradizioni non lo si fa biasimando le ‘figure femminili’ perché questa è una regressione culturale. Poi non lamentiamoci se Checco Zalone ci prende in giro!”
Sul caso ha scritto un post il commercialista Francesco Pastore: “Quindi se la donna è evoluta in quanto toglie tempo alla cucina, si presuppone che la cucina, quindi la casa, sia il suo habitat naturale. Il Comune di Foggia ha una ben precisa idea della condizione femminile, relegata evidentemente ai lavori domestici e niente altro. A parte che vorrei capire bene il concetto di ‘evoluzione’ femminile che ha in mente l’autore di questo testo, poi vorrei sapere più in dettaglio verso quali luoghi si ‘evolve”‘ la figura femminile foggiana uscendo dalla cucina, dato che l’occupazione femminile non mi risulta in crescita da quando sono nato, né mi sembra che sia diversa la situazione rispetto ad episodi di violenza sulle donne, per esempio. Si patrocinano manifestazioni antiabortiste e si pubblicano simili sciocchezze. Giusto per restare sul tema, del giorno, la classifica sulla qualità della vita del Sole 24 Ore, faccio poi notare che le province d’Italia dove si vive meglio sono anche quelle in cui è maggiore l’occupazione, e dunque l’emancipazione, femminile. E non mi risulta che a Milano, a Bologna, a Verona non si cucini in casa. Solo che magari cucinano uomini e donne, esattamente come accade a Foggia da tanto tempo“.