È iniziata la tre giorni di elezioni per decidere il nuovo consiglio dell’Ordine Avvocati di Foggia. In corsa Luigi Leo, Gianluca Ursitti e Michele Curtotti. Leo ha tenuto un intervento nel corso dell’assemblea generale.
“15 anni fa fui consigliere all’Ordine Avvocati di Foggia – ha esordito –. Allora mi prodigai per assicurare ai colleghi progetti e prospettive di lavoro in tutta Europa trasmettendo l’idea che sentirsi europei, essere soddisfatti economicamente, operare al sicuro, avrebbe prodotto più prestigio e dignità alla nostra categoria consapevole che il numero degli iscritti sarebbe esponenzialmente aumentato, che il caos avrebbe preso sopravvento, che l’avvocatura avrebbe ceduto credibilità.
Ne dismisi le funzioni a causa di incomprensioni sulla corretta gestione dell’Ordine, mi ritirai dalla scena istituzionale, lasciai spazio a chi non accettò che mi ribellassi e combattessi per il bene collettivo, mi dedicai esclusivamente alla professione – continua il legale -. Sarà il futuro ad attestare se sia inutilmente trascorso tempo prezioso o fosse proprio necessario toccare il fondo prima di rialzare la china.
Questa tornata elettorale sarà ricordata per gli interventi di Parlamento, Corte di Cassazione e Corte Costituzionale su ineleggibilità dei consiglieri a due mandati consecutivi, utili e necessari ad un vero rinnovamento, possibile solo intercambiando uomini e programmi.
Dopo 15 anni, dopo lunga riflessione, dopo meticolosa analisi su caos generale, conflitti di interesse in atto, interessi privati coltivati, esagerati intrecci con altri operatori di giustizia, ho ritenuto doveroso tornare e fornire il mio ulteriore disinteressato contributo al prestigio dell’avvocatura di Capitanata.
La prima volta nella storia dell’Ordine di Foggia 27 avvocati si sono volontariamente aggregati ad un programma pubblico predefinito e progettato a restituire dignità, onore, decoro, alla categoria, e scattare finalmente in avanti, anziche’ adagiarsi a scelte segrete, senza idee, senza mete, e restare costantemente inerti.
Illustri Amici e Colleghi, concorderete che abbiamo smarrito la strada maestra. Siamo gli operatori di giustizia piu’ importanti del panorama giudiziario ma non ne siamo effettivamente consci, gli altri operatori esercitano su specifici segmenti di giurisdizione ma gli avvocati, no, non hanno limiti, iniziano un procedimento e lo accompagnano alla fine senza intervalli.
Non ci sono sponsor alla nostra candidatura, crediamo fermamente che l’avvocatura non sia proprietà di qualcuno ma patrimonio di tutti. Non coltiviamo ambizioni mascherate ispirati come siamo unicamente a fornire servizi e agi ai colleghi senza desiderare nulla in cambio.
Votiamo utilmente e consapevolmente, sono le idee, i progetti e i suoi autori, a doverci ispirare, e, in autunno, dopo sole, mare, relax, abbronzatura sulla pelle, percepiremo il radicale cambiamento che abbiamo progettato”.
Nel programma ecco elencati i punti pensati da Leo per il rilancio:
1. restituire all’avvocato la centralità che gli spetta nello scacchiere giudiziario;
2. spalancare le porte del Consiglio e assicurare pubblicità e trasparenza a dibattiti, discussioni, deliberazioni;
3. comporre un Consiglio vigile e reattivo su abusi e soprusi ovunque provengano;
4. ripristinare l’equilibrio perduto tra gli operatori di giustizia;
5. rimuovere ruggini e incrostrazioni nei meccanismi della avvocatura;
6. neutralizzare conflitti, interessi privati, pessime abitudini;
7. riformare le modalità fallimentari della formazione professionale odierna facilitando l’accesso a tutti gli avvocati nel rispetto di funzioni e prerogative affinché i colleghi non siano obbligati a parteciparvi fisicamente o a trasferirsi onerosamente per udire relatori e convegnisti e assicurarsi gli obbligatori crediti formativi; non subiscano inaccettabili e umilianti file per attestarne la presenza, darsi alla fuga, tornare ed attestarne la partecipazione, senza effettivo e reale arricchimento professionale; non siano distolti dall’esercizio della ordinaria attività di aula e di studio, unica fonte di reddito;
8. affidare incarichi istituzionali a tutti i colleghi solo per meritocrazia e su rotazione;
9. estendere gli orizzonti e le ambizioni lavorative degli avvocati incentivando settori periferici restati in ombra e ricucendo i rapporti interrotti con gli ordini d’Europa;
10. eliminare disordine e caos nel palazzo di giustizia facendo leva su rigoroso rispetto di legalità, doverosa osservanza della deontologia e opportuno ricorso alla tecnologia piu’ avanzata;
11. traghettare il palazzo di giustizia di Foggia al primo posto in Italia;
12. restituire agli avvocati sorriso, dignità, onore e decoro perduti;
13. assicurare che padri e madri siano ancora felici di consigliare ai propri figli che fare l’avvocato è la professione più bella al mondo.
“Viva gli Avvocati di Capitanata”, ha concluso Leo.