Continua la caccia a Pietro La Torre detto “u’ montanar”, elemento di spicco del nascente clan Lombardi-Ricucci-La Torre. L’uomo, classe ’82, residente a Manfredonia, è considerato uno degli “eredi” del clan di Mario Luciano Romito, un tempo adepto del super boss ucciso il 9 agosto 2017 nella strage di San Marco in Lamis.
Dallo scorso marzo, La Torre è ricercato alacremente da polizia e carabinieri in quanto deve scontare una condanna definitiva. Inoltre, “u’ montanar” è coinvolto anche nel processo “Ariete” assieme ad alcuni pregiudicati garganici di rilievo. Tra gli imputati c’era anche il defunto Romito.
Secondo gli investigatori, il 37enne – figlio di un poliziotto in pensione – sarebbe uno dei nuovi capi della malavita tra Manfredonia, Mattinata e Monte Sant’Angelo, alleato con Matteo Lombardi, recentemente arrestato per l’omicidio di Giuseppe Silvestri, con Pasquale Ricucci detto “fic secc” e con Antonio Renzulli, quest’ultimo detto “u’ sicilien”.
Il gruppo, nato come detto, dalle ceneri dei Romito, sarebbe a sua volta alleato al clan Raduano di Vieste e ai foggiani Moretti-Pellegrino-Lanza. Storici rivali i Li Bergolis-Miucci di Monte Sant’Angelo, questi ultimi guidati dal 36enne Enzo Miucci e collegati ai Sinesi-Francavilla di Foggia.
La Torre appare ampiamente nell’ordinanza relativa all’arresto del concittadino Giovanni Caterino, quest’ultimo ritenuto basista della strage di San Marco in Lamis. Caterino, che per gli investigatori sarebbe vicino ai Li Bergolis-Miucci, indicava proprio in La Torre e Ricucci i principali nemici del suo gruppo criminale.