Dopo i fatti incresciosi accaduti nella notte tra sabato e domenica compiuti da balordi, non di certo definibili tifosi del Foggia Calcio, è arrivata la presa di posizione di tutti i gruppi organizzati della Curva Sud e Curva Nord. Nelle scorse ore sono stati centinaia e centinaia i messaggi sui social di coloro i quali si sono dissociati dal vile atto criminale compiuto ai danni della proprietà del club e di due giocatori, Iemmello e Busellato. “Non sono tifosi veri”: concordano i supporter dei satanelli. Sulla stessa scia anche un trafiletto sul Corriere dello Sport, a firma del noto giornalista foggiano, Franco Ordine che ha sottolineato come i foggiani, quelli veri, “non si girano dall’altra parte”.
La nota degli ultras: “Apprendiamo con molto stupore e rammarico quanto accaduto nelle ultime ore ai danni di società e calciatori,questi gesti non appartengono affatto al nostro modo di fare e di agire pertanto ci estraniamo da quanto successo – hanno dichiarato le fazioni Nord e Sud -. Siamo partiti ad inizio anno con una forte penalizzazione e non poche rogne societarie pertanto abbiamo deciso per Amor del Foggia di operare in maniera diversa rispetto al passato cercando di instaurare un dialogo con società e calciatori al fine di superare i momenti difficili tutti insieme. In più di un’occasione nonostante risultati dal campo poco confortevoli – continuano – non abbiamo mai negato il nostro sostegno né in casa né tantomeno fuori,siamo stati etichettati come Ultras filo aziendalisti che non contestano perché sopportati economicamente da società o altro, quando invece la nostra è stata una scelta presa con coscienza e soprattutto per Amore della nostra maglia. Ci siamo sempre confrontati con tutto l’ambiente Foggia arrivando a volte a dure discussioni ma sempre nel rispetto reciproco, guardando l’orizzonte comune,cercando di costruire piuttosto che distruggere. Non vogliamo cercare alcuna giustificazione, magari la frustrazione di chi considerava questa una squadra capace di occupare alte posizioni di classifica ma ritrovatasi a poche settimane dalla fine del campionato a lottare a fatica per non retrocedere, il susseguirsi di vicende societarie che da luglio destabilizzano un’intera piazza, è sfociata in comportamenti affatto condivisibili, estranei ai nostri contesti, che non fanno altro che puntare ancor di più i riflettori su di una società, una piazza, un’intera città poco simpatica a certi contesti. Ci auguriamo – concludono – che quanto accaduto possa non distogliere lo sguardo da ciò che può essere considerato il vero obiettivo che accomuna tutti, mantenere la categoria sul campo e nei palazzi a sostegno di una fede”.