Musica ad alti livelli a Lucera. Trio di maestri incanta il pubblico del Paisiello

di ANTONELLA SOCCIO

“L’entusiasmo cresce di concerto in concerto, stiamo riuscendo a raggiungere anche un pubblico nuovo”. Era felicissima la mecenate Elvira Calabria, presidente degli Amici della musica, al termine dello straordinario concerto di ieri, domenica 5 novembre, nella Sala Concerti Paisiello di Lucera. Il prestigioso trio, formato da Daniele Orlando, Primo violino dei Solisti Aquilani, Claudio Trovajoli, pianista che vanta una intensa attività concertistica anche all’estero e una nutrita produzione discografica, oltre ad essere il fondatore del David Trio, e infine il direttore artistico della Paisiello e di Classical Music for the World in Texas Francesco Mastromatteo, violoncellista di fama internazionale, ha incantato e commosso per esecuzione, profondità, intensità, allargando i cuori degli ascoltatori, con la proposta di due monumenti della letteratura per trio, l’opera 87 di Brahms e l’opera 50 di Tchaikovsky.

Il programma totalmente romantico dall’enorme impatto emotivo ha permesso a molti di ascoltare musica ad un livello eccelso, come non accade di sovente per la classica nel territorio di Capitanata. Il Conservatorio Umberto Giordano di Foggia si dimostra sede di incontri artistici tra personalità forti, diversissime, a volte persino opposte, ma pronte a collaborare nel realizzare arte di altissimo valore.

Con il nono concerto della rassegna nella Sala concerti Paisiello il trio ha mostrato la potenza della musica cameristica, riproponendola in un contesto simile a quello per la quale fu composta. I tre musicisti hanno donato le atmosfere delle interiorità artistiche, che dopo il fallimento delle rivoluzioni borghesi del Settecento cominciarono ad indagare nei suoni dell’anima. Preziosissime come sempre le guide all’ascolto del maestro Mastromatteo, che oltre ad essere un violoncellista sublime, è un grande divulgatore.

Se da un lato Brahms con l’opera 87 ripercorre una realtà completamente piegata al suo mondo interiore, il trio di Tchaikovsky, tra le composizioni più ampie del repertorio cameristico, è un autentico viaggio emotivo.

“Brahms era ispirato dalla pioggia e dal sigaro, Tchaikovsky invece scrive un omaggio all’amico Anton Grigorevi? Rubinštejn fondatore e direttore del Conservatorio di Mosca, col quale aveva un debito artistico”. “Non riesco a capire come scrivere per trio, vi sono timbri disomogenei”, scrisse il compositore russo in una delle sue tante missive notturne. “Rubinstein ha lasciato 6 trii, Tchaikovsky si sforza entrando nell’ambito artistico più dibattuto dal collega. Ben diversa è la composizione cameristica, questo trio è il prodotto più alto del Tardo Romanticismo, per ampiezza delle varie sezioni, per il trattamento del pianoforte che è solista”, ha spiegato Mastromatteo. Con il raddoppio delle ottave si ricostituisce il panorama romantico, la scrittura sinfonica del piano circonda l’ascoltatore con una enormità di suoni.

Si è talmente immersi nell’abisso e nell’amicizia di Tchaikovsky per Rubinštejn che non si può fare a meno di commuoversi, come in molta musica dell’artista russo. Il maestro foggiano di casa ad Austin ha paragonato l’opera 50 ad una passeggiata. Nel celeberrimo tema elegiaco, che viene raccordato nell’intera composizione, si scorge infatti la vita da viaggiatori dei due amici artisti. “Significanza narrativa e visiva, i temi si perdono, non si riesce a capire cosa sia cosa, la musica è metafora del paesaggio, fino a scarnificarlo. Alla fine l’apparire del primo tema ci condurrà al lento estinguersi della vita”, ha detto il violoncellista prima dell’esecuzione con i due colleghi.

Applausi scroscianti al termine dei 50 minuti dell’opera. Il pubblico a Lucera ha vissuto un viaggio nel grande romanzo russo, in una cornice raffinata. Ed è tornato a casa più ricco. Appuntamento per “Incontrarsi in suoni opposti” sabato 11 novembre, con un concerto internazionale e altri musicisti che generosamente hanno abbracciato l’idea di portare la musica colta in territori “defilati” rispetto ai grandi circuiti musicali.