Ennesima aggressione nel carcere di Foggia. Oggi intorno alle 13 e 35. A divulgare la notizia il Cosp, coordinamento sindacale penitenziario. Il Sostituto Commissario della Polizia Penitenziaria Lorenzo Curcelli di sorveglianza ai Reparti detentivi e di Alta Sicurezza riceve l’ordine dal funzionario di turno di prelevare il detenuto G.M. nato a San Severo classe 1988, condannato in via definitiva fino al 29 agosto 2020 per rapina. Il giovane doveva essere ascoltato su alcune vicende.
L’operatore, giunto vicino alla cella ha ordinato l’apertura ma appena entrato è stato vigliaccamente aggredito dal recluso, spinto con inaudita violenza tanto da cadere all’indietro battendo la testa contro il pavimento e riportando lesioni. Tempestivo l’intervento dei colleghi che hanno prima messo in sicurezza il ferito e poi recluso aggressore.
“Il penitenziario di Foggia, alla data odierna – dichiarano dal sindacato – conta 571 detenuti, vigilati da solo 25 unità di Polizia Penitenziaria. Certo, manca personale di polizia e del comparto ministeri, manca una buona organizzazione dei servizi e del lavoro di sicurezza ma mancano stanziamenti e attenzione da parte del DAP Centrale e del PRAP Puglia, manca un secondo Dirigente a Foggia, mancano almeno due Funzionari del Ruolo Commissari e mancano 80 agenti uomini e donne. Quello che invece non manca – aggiungono – è l’apertura delle celle e la vigilanza dinamica. E non manca la troppa elasticità con cui dal Centro e dalla Regione Penitenziaria intendono amministrare i 3400 circa reclusi in Puglia e i 54.000 detenuti nelle prigioni italiane mentre chi soffre è la Polizia Penitenziaria rimasta in 36.000 unità di cui solo 20.000 nelle carceri. Piangono ancora oggi, a distanza di un anno, i due poliziotti violentemente colpiti alla testa e al braccio con gravissime ferite. Piangono perché sono rimasti lesi nella dignità. Nessuna parola di conforto da parte di chi dirige l’Amministrazione Penitenziaria nonostante il sangue versato”.