Non ci ha pensato due volte Antonio Tulino a ripresentarsi come candidato alla poltrona di direttore generale della Asp De Piccolellis. Proprio lui che era stato commissariato dalla Regione Puglia per le anomalie sulle assunzioni e sulla gestione di una srl controllata. Nella procedura portata avanti dal commissario Stefano Catapano, conclusasi qualche giorno fa, si sono presentati in cinque per il posto da 42mila euro l’anno: l’avvocato Immacolata Panettieri, Luigi Ucci, Alessandro Roccia, Tulino appunto e Maria De Leo. A spuntarla è stata quest’ultima, più volte tirata in ballo nel “tengo famiglia” di viale degli Aviatori per via del suo percorso professionale: entrata nel 2008 con contratto a tempo determinato nell’ex Ipab (con molti dubbi sulla pubblicizzazione della selezione), viene stabilizzata nel 2009 nella Asp (ente pubblico).
Proprio questa procedura divenne oggetto di verifica da Bari – assieme ad altre situazioni poco chiare – e comportò il commissariamento dell’azienda di servizi alla persona. Da allora, nessuno si è degnato di far sapere il risultato di quella “verifica”. Anzi, con la delibera di nomina (numero 53 del 24 novembre 2015), si precisa che a pesare nella scelta sarebbe stata “la pregressa e continuativa esperienza professionale-lavorativa, le abilitazioni e la formazione di studi possedute, la natura fiduciaria dell’incarico, e l’assenza di qualsivoglia causa ostativa all’affidamento dell’incarico”. Dunque, dagli atti si intuisce che quella procedura di controllo è stata chiusa, ma nessuno sembra sapere in che modo.
E se uno dei candidati è stato escluso perché non iscritto all’albo dei direttori generali Asp Puglia, la De Leo è riuscita nell’impresa grazie a quel contratto dubbio, che adesso le ha permesso di fare addirittura il salto di qualità: da dipendente amministrativa a capo assoluto.