Scappo dalla città… e vado in tv! Le famiglie troppo coese sono da sempre una fonte importante per la letteratura. Anche cinematografica. Ora ci si mette la tv, e una sorta di docu-reality targato Discovery, che ci porta direttamente nel freddo dell’Alaska dove vive una famiglia che ha scelto di rinunciare alla civiltà restando isolata nel bel mezzo del nulla. Più che una famiglia si definiscono un “branco”. Temperature sottozero, luce del giorno pochissima e, soprattutto, animali feroci sempre in agguato. Una vita minacciata praticamente per tutto il tempo, anche se… davanti alle telecamere. Sarà tutto vero? Le facce sono molto americane, le acconciature – anche delle barbe – vagamente celtiche. Sembra che nella versione originale parlino un dialetto che sembra una lingua del tutto sconosciuta. Che poi, il fatto che sia tutto vero o finzione, al pubblico del genere reality importa davvero poco. Anzi, il più delle volte si preferisce convincersi di cose che, razionalmente, sembrerebbe chiaramente improbabili. Ma è la magia della finzione televisiva. Il sogno di qualcun altro che, vero o falso che sia, impersona quello di ciascuno di noi. Della serie “scappo dalla città”, una di quelle cose che nessuno farà mai. Ma che è bello immaginare di poter fare (un giorno). Discovery Channel, “Una famiglia fuori dal mondo”
Come rinunciare al “talent dei talent”?! È uno di quei format acquistati quasi per forza. Uno di quei talent che la tv italiana deve mettere in ogni caso dentro un palinsesto. Lo aveva fatto Canale5, dalla prima edizione italiana nel 2009 fino al 2013, con un transito su Mediaset Extra, e ora Sky Uno dove è appena partita la nuova edizione con un cast di primissimo piano con Claudio Bisio e Luciana Littizzetto, affiancati da Frank Matano e Nina Zilli. Con la conduttrice Vanessa Incontrada. Ora, qual è la differenza con “X Factor” e tutti gli altri? Il fatto che in questo talent non c’è solo la musica, ma qualunque genere di abilità. Quindi anche cantanti, ma non mancano pittori, acrobati, imitatori, insomma davvero di tutto e di più. Anche in questo caso, forse, l’Italia disponeva di un “originale” che purtroppo si è perso nel tempo, per poi cedere il passo alla tv globalizzata dai format. Ricordate la “Corrida”? Ecco, non sarebbe necessario aggiungere altro, se non per ricordare che lo storico programma che fu di Corrado è stato chiuso nel 2011 dopo le ultime sfortunate edizioni condotte peraltro dal bravo Flavio Insinna. Va riconosciuto che, proprio come per la “Corrida”, anche i trionfatori di “Italia’s got talent” la gloria dura lo spazio di qualche puntata. Il che, al giorno d’oggi, non si sa bene se sia un valore aggiunto. Per il resto si tratta dell’ormai classico talent dove è il “giudice” il vero protagonista del programma e non il presunto “talento”. Non bisogna mai dimenticarlo. Sky Uno, “Italia’s got talent”
“Quello che all’uomo non è mai riuscito, a loro è stato dato in dono”. L’incipit del promo di questo programma è pure poco suggestivo se poi si guardano le immagini. “Alla conquista dei cieli” non è il solito ciclo di documentari. È quasi un “talent”. Il primo talent dedicato a tutti gli esseri viventi che volano. Quindi non solo uccelli ma anche insetti. Il tutto raccontato da David Attenborough, che è uno dei più noti divulgatori scientifici inglesi (fratello dell’attore e regista Richard, che tutti abbiamo visto in Jurassic Park dove interpretava il ruolo del proprietario e ideatore del parco dei dinosauri, ndr), ai livelli di un nostro Piero Angela. Va detto, per smorzare un po’ i toni enfatici con cui vengono presentati, che i video sono decisamente impreziositi dalle nuove tecniche di ripresa, e che la vera esclusiva sta nel fatto che il programma viene trasmesso anche in 3D da Sky. Il che rende l’operazione decisamente più appetibile per chi dispone di un televisore già predisposto. Ma anche su un buon schermo piatto 32pollici HD l’effetto spettacolare è comunque assicurato. Nat Geo Wild e Sky 3D, “Alla conquista dei cieli”