Lello Di Gioia, ci risiamo. Il deputato foggiano, oggi nel Pd, viene pizzicato dal sito satirico “Dagospia” per l’assunzione della figlia in Poste Vita spa. Dopo essere finito dentro lo scandalo della “banda del caveau” nel ruolo di mediatore con i rapinatori, stavolta Di Gioia (presidente della Commissione parlamentare di controllo sulla previdenza) si fa notare per il “posto al sole” della figlia Silvia con contratto a tempo indeterminato.
“Lui è diventato presidente della Commissione il 26 settembre 2013 – scrive Dagospia -, e già nel febbraio 2014 la sua bambina è stata assunta alle Poste. Prima, con un contrattino a tempo determinato. Scaduto quello, a maggio, mentre tutti i colleghi venivano spediti a casa, la ragazza ha avuto un nuovo contratto a tempo indeterminato: infatti oggi è “specialista di sanità integrativa” presso Poste Vita spa. Praticamente un miracolo”.
La società, specializzata in assicurazioni sulla vita per conto delle Poste – e quindi dello Stato – è guidata da Francesco Caio e recentemente ha piazzato centinaia di migliaia di polizze a numerosi anziani. Guarda caso, Poste Vita spa è proprio uno degli “enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale” su cui deve severamente vigilare la commissione guidata da Lello Di Gioia.
Inoltre, l’amministratore delegato di Poste Vita, Bianca Maria Farina, viene spesso audita dalla Commissione e – stando a Dagospia – intrattiene rapporti frequentissimi col presidente Di Gioia. Insomma, proprio lui che dovrebbe essere impegnato soprattutto sul fronte della sicurezza dei cittadini e del contrasto alla criminalità e delle connivenze e dei rapporti con il livello politico, va ad incappare in due scivoloni nel giro di pochi mesi. Al telefono, Lello Di Gioia tende a rifiutare le chiamate. Peccato.