TeleVisti n. 32

Tanta voglia di supereroi. Per gli appassionati del mondo Marvel è aria fresca, un modo per restare connessi a quel mondo, legati alle storie ed ai personaggi transitando idealmente da un film all’altro.

Tanta voglia di supereroi. Per gli appassionati del mondo Marvel è aria fresca, un modo per restare connessi a quel mondo, legati alle storie ed ai personaggi transitando idealmente da un film all’altro. “Agents of S.H.I.E.L.D.” è praticamente lo spin-off di tutte le vicende dei films sui supereroi creati dal mitico Stan Lee. La storia parte dalla fine del film The Avengers – il regista è lo stesso – e il protagonista è il simpatico agente Phil Coulson (che però nel film era morto… vabbè) alla guida di una squadra speciale che indaga su tutti i fatti soprannaturali che accadono dalla venuta sulla terra dei vari supereroi. Non ci sono, almeno al momento, grandi concessioni agli appetiti degli appassionati. Nessun supereroe finora ha mai fatto capolino nel corso della serie. C’è però l’Hydra, l’organizzazione dei cattivissimi nemici di Capitan America. La serie ha avuto grande successo negli Usa – oltre 12 milioni di telespettatori – e ha vinto numerosi premi della critica. Ovviamente lo sforzo produttivo non è lo stesso dei film, però non mancano gli effetti speciali e, anche per dargli qualche connotazione alternativa, la sceneggiatura è ricca di venature umoristiche. Gli attori sembrano un po’ tutti di plastica e l’età media è piuttosto bassa. Presto o tardi quelle facce faranno capolino dal grande schermo. Fox, Agents of S.H.I.E.L.D.

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Benigni, meglio il mio parroco. Dall’alto degli oltre 10 milioni di telespettatori e il 38% di share lo show di Benigni diventa impossibile da criticare. Per non parlare dell’iniezione di pubblicità arrivata in Rai nelle due serate. Da questo punto di vista niente da dire. L’operazione è stata magistrale. Peccato che ne “I Dieci Comandamenti” commentati da Benigni non ci fosse molto altro accanto al personaggio premio Oscar. Almeno in “Tutto Dante” c’era una proposta interpretativa. Nell’Inno di Mameli c’era stato il massacro dell’inno stesso. Qui poco o nulla. Lettura di un testo, che peraltro è brevissimo, commento libero e nemmeno tanto arguto. I dieci comandamenti sono probabilmente quanto di più semplice si può leggere nelle sacre scritture. Non c’è nulla da interpretare, per cui girare intorno a “ricordati di santificare le feste” aggiungendo che Dio ci chiederebbe “di tenerci del tempo per noi”, e di “non stare sempre connessi” non rende tutto questo gran servizio. Anzi, il terzo comandamento – reminiscenze di catechismo – intimerebbe semplicemente di andare a Messa la domenica e nelle festività liturgiche! Altro che tempo libero! Dunque chissà cosa avranno pensato i parroci del libero pensiero del comico toscano applicato alle tavole di Mosè! Ascolti televisivi a parte, I Dieci Comandamenti pur avendo rimpinguato le casse disastrate della Rai, non si può dire che abbiano brillato come programma tv originale. Se andrà avanti di questo passo, la tv di Stato finirà per proporre a Benigni di tutto, magari l’interpretazione del codice civile o, meglio ancora, le ricette di Nonna Papera. Raiuno, “I Dieci Comandamenti”

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Quel “servizio pubblico” fatto da Mediaset. È davvero singolare dover ammettere che in questo periodo ci sono più programmi giornalistici sulle reti Mediaset che altrove. Se per programmi “giornalistici” non comprendiamo i talk-show, ovviamente. “Confessione reporter” con Stella Pende è uno di questi. Inchiesta giornalistica pura, temi vari, poco o niente studio e stand-up, ma molta professione on the road. Finalmente. È la tv del reportage, quella tanto osannata di “Report” su Raitre, che fa meno notizia perché dichiaratamente “non” alla ricerca di scandali, ma di storie semplici. Stella Pende, che conduce il programma sin dagli inizi (cioè da un paio d’anni) è parte di quella fortunata nidiata che è stato “Mixer” di Giovanni Minoli, nel quale la giornalista era responsabile di una rubrica. E il suo è uno di quei programmi che sanno tanto di quel “servizio pubblico” tanto ricercato in Rai quanto poco praticato da chi usufruisce degli emolumenti provenienti anche dal canone pagato dai cittadini. Italia1, “Confessione reporter”

Il prossimo numero di TeleVisti sarà online il 5 gennaio. Buone feste.