Riecco Scully, ma senza Mulder. È il ritorno in grande stile di Gillian Anderson (ricordate l’agente Scully di X-files partner dell’agente Mulder?) in questa serie tv britannica, ambientata in Irlanda, che a differenza dei tantissimi soggetti sul genere presenta qualche lato innovativo. Primo fra tutti il racconto parallelo delle vicende dei due protagonisti: da un lato la poliziotta tormentata e con tutta una serie di vizietti – o nevrosi, per dirla con eleganza – a caccia di un serial killer, e dall’altro l’attore Jamie Dornan (“Cinquanta sfumature di grigio” tanto per dirne una…) che è l’attore che interpreta un personaggio con seri problemi con le donne (le uccide tutte more e in carriera, soffocandole lentamente e portando via con se diversi oggetti delle sue imprese, dai capelli alle “foto di scena”, per la sua macabra collezione). La storia si snoda appunto attraverso le gesta dei due che nella prima stagione si fermano a cinque episodi. Nel frattempo è in lavorazione la seconda stagione, per cui il nostro serial killer dovrà scattarne di foto! Atmosfere e situazioni non sorprendono più di tanto, c’è parecchio “già visto”, ma l’impronta europea in questa serie tv la discosta dai tanti esempi a stelle e strisce. E la Anderson è in gran forma. Sky Atlantic, “The Fall – Caccia al serial killer”
Un reality che non ha niente del reality. Sammy Basso esiste davvero. Ed è un ragazzo affetto da progeria, una malattia molto rara che causa l’invecchiamento precoce. Ora, tralasciando le tantissime cose che si possono dire su una storia come la sua, e soffermandoci sul “semplice” prodotto televisivo, va raccontato che quello di Sammy è praticamente un reportage che prende il via dagli esami di maturità del protagonista e arriva fino in America. Lo scopo è, certo, esaudire il desiderio di un ragazzo che ha già oltrepassato la durata media della vita di un malato di progeria e quindi ogni suo attimo di vita è un attimo conquistato. “Sammy – è scritto nella presentazione del programma nel sito del canale tv – è una persona speciale che fa emergere le più disparate emozioni: curiosità, consapevolezza, interesse, empatia, goffaggine, stupore e soprattutto un grande amore per la vita. Questo è il viaggio della vita per Sammy e chi lo segue avrà la possibilità di guardare la realtà da un punto di vista nuovo e diverso”. Non c’è molto altro da dire. In barba ai tanti e troppi viaggi finti che si fanno in tv, specie con vip bolsi e senza idee come protagonisti. National Geographic, “Il viaggio di Sammy”
Un programma che ha il gusto della boiata (inutili i mezzi termini). Un raro concentrato di niente alla ricerca, manco tanto disperata, di un senso. Questo è il plot legato al personaggio immaginario di Adam Kadmon, che pure era nato sotto buoni auspici: prima in rete e poi in radio (dove sarebbe dovuto restare) dove il concetto portante doveva essere la ricerca del “complotto” a tutti i costi. Peccato che nel programma di Italia1 si cerchino complotti sulle cose più improbabili: su un Gesù reincarnato in Siberia, su Michael Jackson ancora vivo e sul fatto che “moriremo tutti” (questa sì, cosa assai probabile). C’è questo personaggio mascherato, a metà strada tra un Power Ranger e Alberto da Giussano, che vorrebbe in qualche modo inquietare il telespettatore, e invece ciò che inquieta davvero sono i testi interpretati dal bravo doppiatore Christian Iansante (voce, tra gli altri, di Colin Farrel e Jude Law) costretto a leggere parecchie amenità di cui spesso ci si dovrebbe davvero vergognare. Italia1, “Adam Kadmon, Rivelazioni”