C’era una volta il vinile. E c’erano i due lati del “medaglione” nero, quello A e quello B. Incisi entrambi, ma uno sempre più incisivo dell’altro… se non altro più famoso… “Carenza di logica” è così: un unico volto, un’anima bipolare.
Nella prima metà del disco, il “lato A”, quello dall’umore Alto, si susseguono fresche ballate che ben si prestano ad accompagnare respiri estivi. C’è il richiamo del mare, il vento tra i pensieri e la percezione di odori e sapori. E, non troppo lontani, canti di sirene ingannatrici con cui il disco si scopre, per dissimulare la sua vera natura. Con il “lato B”, il lato umorale Basso, si torna alla Base.
E’ il lato Balsamico, quello che cura. Traspaiono ricerche illogiche di sentimenti fluttuanti, accompagnate spesso dalla musica di un pianoforte o di una fisarmonica, delineatrice di percorsi. Un disco altalenante, in cui può capitare di ascoltare un clarinetto e sentirsi in un localico degli anni ’30 e poco dopo essere catapultato in spiaggia, da solo, con te, ad osservare passi sulla sabbia fredda, granelli già percorsi, andati, senza necessità di spiegarli davvero. Un po’ Lost e un po’ Happy.
In attesa delle date estive, il disco è su i tunes, www.self.it o www.musicforce.it. Il singolo del famoso “lato A”, con il suo bizzarro video è qui. Il lato B-ello, a mio parere, viene dopo!
Ciao ragazzo, mi sa che ti tocca presentarti. Nome, cose e città.
Konrad Iarussi…Non è un nome d’arte. Mi chiamo così. Colpa di mio padre in onore di Konrad Lorenz, l’etologo. Sono di Bari, ma di base vivo a Foggia. Poi…vivo qua e là ogni tanto.
Tu sei un personaggio camaleontico. Nasci avvocato, diventi cantante/musicista, sperimenti le tue doti attoriali nel film “Effetto paradosso”, partecipi a gare di ciclismo e lavori in un negozio di biciclette, tuo. Per non parlare dell’interesse politico…e infatti non ne parliamo! Insomma, quale tra queste figure prevale? E soprattutto, quando si hanno così tanti interessi, si riesce a dare il massimo in ogni ambito?
Non riesco a fare nulla al 100 %. Ma è perché non mi sforzo di fare qualcosa. Io semplicemente ascolto me stesso e vivo delle mie passioni. L’unica cosa che ho cercato di fare pur non sentendo di esserlo mi è venuta una merda…l’Avvocatura.
Ma i periodi di merda servono per concimare il futuro.. l’ho letta non so dove!
L’avrai letta su facebook! Diciamo che più di ogni cosa sono un cantautore, perché tutto quello che faccio finisce per diventare una canzone. Ho scritto di amore. Di ciclismo. Di politica. D’arte. Racconto poi tutto nelle mie canzoni, che sono il mio strumento facile contro la timidezza.
Spulciando qua e là ho scoperto che sono ormai parecchi anni che ti dedichi alla musica. Hai iniziato con gli Hype per poi passare ai Radiolondra con cui hai partecipato all’Arezzo Wave nel 2005…e avete addirittura vinto! Ora il nuovo progetto da solista. Come mai questa singletudine? E’ finito il tempo delle band?
Suonare solo mi aiuta a sentirmi libero di esprimere le cose che ho dentro senza dover limitarmi per accontentare qualcuno. Ma non è che sono proprio solo, la band c’è…solo che è al servizio di un’idea, funzionale all’esternazione di me stesso. Che poi…poi è vero a metà, perché il confronto con i ragazzi non manca mai, così il progetto è in continuo divenire.
Passiamo al disco. 13 brani. I testi sono tutti scritti da te? Da quanto tempo li avevi nel cassetto?
Il disco nasce negli ultimi 4 anni e sì, sono tutti testi miei, ma nel cassetto non ci sono mai entrati. Sapevo da subito che sarebbe nato un disco, lo sentivo.
Nel disco si alternano generi musicali differenti, ma nel complesso ben amalgamati. Quale tra questi rispecchia maggiormente i tuoi gusti?
Nel disco ci sono ballate, pop, richiami alla musica balcanica e al jazz. Ma la parte del disco che più mi rispecchia è quella confidenziale. La seconda. Da “Lost and happy” in poi. Su tutti ”Vivere a metà”, “Dalla polvere” e “Timido fiore” sono i pezzi meno folk, più intimistici.
Di cosa parla e perché questo titolo “Carenza di logica”?
Sono storie che seguono il filo conduttore della mia vita. Sperimentazione su me stesso. Io vengo dal rock, grunge e post punk, ma qui è tutto ciò che manca. Il mio elemento naturale è la montagna ma questo disco parla del mare. Sono uomo ma il disco parla al femminile. Tutto questo è…senza logica.
Sembra un disco abbastanza catartico. Vi è un rimescolamento di stati d’animo, molti. Un tentativo di analisi (illogica?) sui propri e gli altrui sentimenti.
Sì brava. Catartico. Analisi illogica su me. Sugli altri. Un disco che a volte mi fa male. Piango su “Vivere a metà”, quasi sempre.
La nona traccia ha commosso anche me, confesso, e gli arrangiamenti sono notevoli.
Gli arrangiamenti sono il più bel regalo ricevuto e devo ringraziare Guido Paolo Longo. Ci abbiamo messo due anni di studio, ma il risultato si sente. E poi i musicisti sono stati all’altezza della migliore interpretazione.
Un disco con sbalzi di umore e di temperatura. In alcune tracce si nota però, oltre alla “Carenza di logica”, anche una carenza di logos, nel senso che alcuni testi sono ridotti al minimo, diciamo poco sviluppati. Questo perché la carenza di logica spesso coincide con la carenza di parole?
Troppe parole limitano la fantasia. De Andrè è grande perché ti fa vivere esattamente tutto il suo mondo. Io vorrei essere grande x il contrario: far vivere a chi ascolta il proprio mondo attraverso miei spunti. Allora non posso suggerire troppo, troppe parole stroppiano.
Tu hai davvero l’aria del sognatore. In un brano, forse mutuando una frase di Edgar Allan Poe, dici “resto convinto che anche da svegli si possa sognare”. Parlaci un po’ del tuo approccio ai sogni e di cosa serve per far sì che questi possano essere inseriti nella realtà senza correre il rischio di farli evaporare.
I sogni sono l’unica realtà che conosco. Anche se in piccolo, li ho realizzati tutti e se il mondo finisse domani andrei via senza rimpianti. Io vivo così, appena ho un sogno comincio a realizzarlo. A volte ci riesco, altre…ci ho provato. Certo, non ne sono mai sazio.
Ora passiamo alle domande serie. Scopriamo un po’ i tuoi gusti, tipo…qual è la colazione del campione?
Latte e cacao con cereali o fette biscottate… mmmm fame!!!
Vino o Birra? Camicia o t-shirt? Diplomazia o schiettezza?
Birra tutta la vita. Mi definiscono l’uomo con meno tatto sulla faccia della terra, quindi schiettezza. Dimenticavo… cos’è una camicia???
Come dicevamo prima sei anche un ciclista. Ascolti musica anche tra una pedalata e l’altra?
Pedalo ascoltando i Subsonica, quasi sempre.
Sparaci un po’ di musicisti che secondo te vale la pena ascoltare in questo periodo di vuoto siderale.
Brunori Sas, Iotatola, Pearl jam, Antony and the Johnsons & Franco Battiato live, Le luci della centrale elettrica: questo ho in macchina oggi.
Quali sono invece i tre album imprescindibili della tua vita?
Ten (Pearl Jam), Achtung baby (u2), Amnesiac (Radiohead), Alice in Chains Unplugged…e ovviamente Carenza di logica (Konrad)!
Chiedo anche a te due titoli di libri e nomi di registi e fotografi che ti fanno impazzire.
“Il lupo della steppa” di Hermann Hesse e adoro Camilleri, tutto. Registi…direi Sean Penn e Almodovar, mentre la mia fotografa preferita…Benedetta Polignone!
Il più bel regalo che ti abbiano mai fatto?
La cosa più bella che possano regalarci è sempre la Libertà di essere noi stessi. Ma spesso è un regalo che dobbiamo farci da soli.
E per finire ecco le domandone da giornata uggiosa con Lucio Battisti che si insinua. Cos’è per te il bello? E la felicità?
Il bello è la felicità. È bello quello che mi rende felice o mi commuove. La felicità è essere se stessi, orgogliosi di sé o di chi ami. Io sono felice, quasi sempre, anche se malinconico di natura. Poi ho ripreso a scrivere, e questo è bello, questo mi rende felice.