Mi per… Metta,
Signore con incorporato telefonino.
Al gate, in attesa dell’ imbarco, ha chiamato nell’ordine:
la sua segretaria, il suo maggiordomo, la sua cameriera.
Per ognuno aveva una disposizione, un ordine, una commissione.
Sul pulmann ha chiamato, non so se il suo socio, il Suo concorrente, il suo top manager.
Eravamo una cinquantina.
Ci ha ammorbato di milioni, miliardi, acquisti, vendite, cessioni, affari, report, briefing, video conferenze.
Una signora anziana mi ha guardato disperata.
Con il capo Le ho fatto cenno ad un giovane aitante, in pantaloncini e maglietta attillata, appena uscito da una full immersion di palestra e pesi.
Le ho detto con gli occhi, che una testata gliela poteva dare Lui, non io, meno dotato, anche se abbastanza propenso a zittirla, fratturandole il setto nasale.
In aereo ha parlato con una ignota/to a cui hai voluto minuziosamente descrivere il posto che occupavi.
Ahimè proprio di fianco al mio.
Fino a quando l’assistente di volo l’ha energicamente interrotta.
Per tutta la durata del volo mi sono interrogato sulle possibili utilità di
quelle indicazioni.
Non ne ho trovata una.
Il pilota aveva appena posato il carrello sulla pista, che ha dovuto informare un altro fantasma ignoto, che era appena atterrato.
” Infatti” – m’è uscito dallo stomaco – ” se fossimo precipitati, difficilmente Lei avrebbe potuto chiamare”.
Ho letto il disappunto nei Suoi occhi.
Ho capito: potevo risparmiarmelo, soffrire altri cinque minuti in silenzio e dimenticarla.
Ma ho voluto dirLe, in due parole, quanto Lei avesse prima gonfiato e poi spappolato inesorabilmente una mia parte anatomica, a cui, nonostante l’età e l’usura, continuo ad essere invincibilmente affezionato.
Ma possibile che nessuno riesca a spiegare a costoro che:
Se nessuno Ti ama;
Se ce l’hai irrimediabilmente piccolo;
Se l’unica cosa che hai costruito nella vita è un trenino con i pezzi del
lego; non sarà brandendo un cellulare che risolverai i Tuoi problemi?