In questi giorni si è tenuto presso il Dipartimento di studi umanistici dell’Università degli studi di Foggia un Ciclo di seminari in “Storia e archeologia globale dei paesaggi” e, tra gli eventi, la presentazione del libro di Rossano Pazzagli “Il Buonpaese. Territorio e gusto nell’Italia in declino”: un libro “territorialista”, che parte da un’analisi delle “Città del vino” per riflettere sulle potenzialità del territorio rurale italiano.
Il lungo tour dell’autore, che lo sta spingendo in ogni parte d’Italia, ha attraversato Foggia grazie all’invito del direttore del Dipartimento, Saverio Russo, che ha accompagnato l’autore nella narrazione, attraversando la storia italiana degli ultimi 25 anni e focalizzando l’attenzione sull’importanza del rapporto tra agricoltura e turismo, sulla funzione della cultura e la debolezza della politica, pur riconoscendo un ruolo protagonista ai Comuni, a partire da quelli di più modeste dimensioni, nelle aree interne del Paese.
La Daunia si è offerta come perfetta coreografia per l’immaginario dipinto nella pubblicazione, con il suo Gargano proteso nel mare ma un immenso Tavoliere alle spalle, pronto a imbandire la tavola dei palati più esigenti, e con il suo volto appenninico, lento, soave, dai paesaggi dolci e amari insieme. Perché Pazzagli, sulla scia del successo di altri autori come Gianantonio Stella e Sergio Rizzo, denuncia il degrado ma indica anche un possibile percorso italiano capace di costruire futuro sulla bellezza e sul paesaggio, attraverso un orizzonte che negli ultimi decenni sembra essersi smarrito a causa dell’aggressione dei capannoni e del fotovoltaico, delle oscenità edilizie che hanno assediato i borghi medievali, delle periferie che hanno invaso le pianure, del cemento che ha trasformato i fiumi, e del degrado culturale che ne discende.
La ricetta dell’autore per lo sviluppo del “Buon Paese” risiede nella salvaguardia del territorio rurale e delle autonomie locali, vie privilegiate per una possibile rinascita italiana: ripartire dall’enogastronomia per tornare a parlare delle campagne e dell’agricoltura, per creare nuovo valore, nuovo benessere, nuova economia e nuova occupazione.
Sarebbe interessante che questi potessero essere tra i temi della ormai prossima Fiera dell’Agricoltura di Foggia, l’appuntamento annuale che ancora contiene gli ingredienti per offrire un posizionamento strategico alla Puglia più autentica.