Dopo diverse richieste da parte dei consiglieri regionali, il tema spinoso del Don Uva arriva in via Capruzzi. Tra i temi fondamentali al centro della terza commissione presieduta da Dino Marino, tutte le vicende degli ultimi anni dell’ente che ha sede a Bisceglie, Foggia e Potenza: l’istanza di fallimento avanzata dalla Procura di Trani, un’inchiesta in corso, sempre della Procura di Trani, per bancarotta fraudolenta; un’ipotesi di concordato avanzata dalla proprietà al Ministero dello Sviluppo economico di amministrazione straordinaria tesa ad evitare la prima eventualità; la nomina il 19 dicembre scorso da parte del Governo del commissario; debiti accumulati per un importo di 550 milioni di euro.
In particolare è stato audito il commissario straordinario dell’ente, Bartolomeo Cozzoli, che ha ripercorso per larghe linee le vicende che hanno portato al grave stato di crisi in cui versa la struttura con particolare riferimento al programma di gestione portato avanti negli ultimi mesi basato essenzialmente su tre punti: la riduzione dei costi per quel che riguarda i fornitori; la riorganizzazione del personale e il miglioramento della qualità (con la richiesta alla Regione dell’aggiornamento della tariffa per gli ortofrenici e l’adeguamento dei servizi forniti nei confronti delle ASL interessate). Queste misure puntano a ridurre le perdite mentre contestualmente è stato definito un programma di gestione finalizzato a dare continuità aziendale con la pubblicazione di un avviso pubblico per l’acquisizione di manifestazioni d’interesse per l’acquisto dell’azienda o di alcuni rami della stessa (ne sono arrivate 23). Il programma in questione – ha fatto presente il commissario – è stato depositato presso il Ministero dello Sviluppo economico il il 16 settembre scorso. L’esito sarà reso noto entro 30 giorni. Cozzoli ha evidenziato il lavoro in atto per dare più appeal all’istituto: la durata di diversi contratti (trentennale, ventennale e decennale) è stata ridotta; quelli con corrispettivi fuori mercato sono stati rinegoziati. Per quasi tutti, comunque, è stato effettuato un taglio del 30%. Cura dimagrante anche per il personale. Una parte del personale infermieristico delle cooperative cui in precedenza si faceva ricorso è stato assunto con contratto a tempo determinato. Esuberi sono previsti anche nel personale amministrativo, mentre sono stati risolti diversi contratti “anomali”. Nonostante i tagli, la spesa del personale incide ancora oggi nella misura dell’80% del bilancio dell’ente, che continua a fare registrare un assenteismo record a livello nazionale per questa tipologia di strutture.
Puntualizzazioni e approfondimenti sono stati richiesti dai commissari che sono intervenuti: Surico, Mennea, Caracciolo, Camporeale, Pastore, Blasi.
L’assessore alle Politiche della salute Donato Pentassuglia ha tenuto a ribadire la massima attenzione della Regione per le problematiche dell’ente, che ha preso le mosse dalla riunione che ha avuto luogo presso la presidenza della Giunta regionale nel luglio scorso. E ha fatto riferimento all’imminente riparto del Fondo sanitario che dovrebbe avere luogo a fine mese e che consentirà di fissare gli impegni con le direzioni generali delle aziende sanitarie e la conseguente approvazione del Dief e quantificazione di risorse certe, fermo rimanendo che “non saranno assunte responsabilità che non sono in capo alla Regione”.
A seguire la commissione ha approvato due disegni di legge in materia di disciplina e turni del Servizio pubblico territoriale (la sostituzione temporanea del titolare di farmacia può avere luogo soltanto con altro farmacista regolarmente iscritto all’albo) e di “costituzione, composizione e funzionamento del Collegio di direzione” che concorrerà, a titolo gratuito, al governo clinico delle aziende sanitarie e che dovrà esprimersi entro 30 giorni dalla richiesta del direttore generale.