Un’imponente sentenza di condanna chiude la fase dell’udienza preliminare del processo “Redivivi Imperium”, scaturito da un’inchiesta di procura, carabinieri e polizia su un vasto sistema criminale che avrebbe gestito un traffico sistematico di veicoli rubati, cannibalizzati e riciclati per alimentare il mercato nero dei pezzi di ricambio. A emettere il verdetto è stata il gup del Tribunale di Foggia: un’assoluzione e 28 condanne, per un totale di 73 anni e 5 mesi di carcere, di cui 17 patteggiamenti e 11 condanne in rito abbreviato.
Il sistema: furti, smontaggi e rivendita
L’inchiesta, culminata nel blitz del 10 dicembre 2024, aveva portato all’arresto di 26 persone con misure cautelari diversificate (7 in carcere, 8 domiciliari, 10 obblighi di dimora e un obbligo di firma). Secondo l’accusa, l’organizzazione rubava auto e furgoni, spesso lasciandoli inizialmente in campagna per evitare controlli tramite GPS. Una volta accertata l’assenza di tracciatori, i veicoli venivano trasferiti, smontati e sezionati, con i pezzi poi convogliati in cellule di ricettatori e riciclatori distribuiti tra Foggia, Torremaggiore e soprattutto Cerignola, ritenuta la centrale logistica dell’intero sistema.
Le condanne in abbreviato: pene fino a 5 anni
Tra i condannati con rito abbreviato spiccano Aristide Mastrone (5 anni, 2 mesi e 20 giorni) e Pasquale Gassi (4 anni e 6 mesi), entrambi di San Severo. Condanne anche per soggetti di Torremaggiore, Canosa, Barletta, Stornara e Cerignola. Assolto da tutte le accuse Giovanni Caposeno, sanseverese di 38 anni, nonostante una richiesta di 8 mesi da parte della procura.
I patteggiamenti: 4 anni ai due presunti capi
I presunti capi del gruppo, entrambi cerignolani, Antonio Dimmito detto “Il grande” o “il capo” (58) e Antonio Fuscaldi (41), hanno patteggiato 4 anni di reclusione ciascuno. Tra gli altri patteggianti, condanne di 4 anni per Paolo Pelullo (46) di Foggia e per Angelo Antonio Pelullo (73), anch’egli foggiano. Tutti accusati di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione e al riciclaggio, con numerosi episodi contestati.
Cerignola ancora una volta centro nevralgico
Con ben 13 imputati cerignolani su 29, la città del Basso Tavoliere si conferma snodo chiave del traffico illegale di veicoli, come già emerso in numerose altre inchieste, l’ultima solo pochi giorni fa. Un ruolo centrale nella filiera del crimine, che parte dai furti e arriva fino alla rivendita dei singoli componenti, spesso destinati anche a mercati esteri.
Il quadro giudiziario
Il processo ha riguardato complessivamente 30 capi d’imputazione, fra cui associazione per delinquere, ricettazione e riciclaggio. I patteggiamenti, ottenuti con lo sconto di un terzo della pena, hanno permesso di evitare il processo ordinario a molti imputati, con alcune pene sospese. Per altri, è stata concessa la detenzione domiciliare.
Un lavoro congiunto tra le forze dell’ordine
L’indagine, frutto di una sinergia investigativa tra carabinieri, polizia e Procura di Foggia, ha messo in luce l’esistenza di una rete organizzata e collaudata, capace di riciclare decine di veicoli nel giro di poche ore. Il blitz del 2024 ne ha smantellato l’ossatura, ma resta alta l’allerta sulla persistente operatività di gruppi analoghi sul territorio.
Il procedimento proseguirà ora per altre posizioni ancora pendenti, mentre le forze dell’ordine intensificano l’azione di contrasto a un fenomeno che continua a incidere pesantemente sull’economia criminale locale.