Rombo di motori e bella vita per la banda di Cerignola arrestata nelle scorse ore dalla polizia della Bat. Nell’ordinanza di 155 pagine relativa ai 25 arresti, emerge la figura dei presunti capi, Francesco Losurdo, 39 anni e Saverio Brandusio, 41 anni, entrambi cerignolani. I due, al centro dell’operazione “Stolen II”, avrebbero tenuto le fila di un gruppo ben strutturato che oggi è accusato di associazione a delinquere finalizzata al furto, riciclaggio e ricettazione di veicoli. Nel mirino Bmw, Audi, Maserati, Mercedes, Alfa Romeo Stelvio, suv di varia natura, Renault, Citroen, ma anche numerosi mezzi commerciali come Fiat Ducato e Peugeot Boxer.
La squadra mobile della Bat ha monitorato spostamenti e nascosto cimici nelle basi operative della banda, assistendo anche a cene di lusso e summit delinquenziali.
Nelle carte spunta infatti una vita agiata, quasi da film. Brandusio chiamava un locale di Bari per prenotare tavoli da 8 persone con la frase “sono l’amico di Cerignola”. Stando al lavoro di indagine, la banda si presentò davanti al ristorante con suv Range Rover e poco dopo a bordo di una Audi RS 3 di colore verde con targa tedesca con a bordo proprio Brandusio e Losurdo. Nell’ordinanza si parla di un “forte rombo del motore” prima dell’arrivo della fiammante macchina verde.
Il monitoraggio della banda avvenne anche presso un autoparco dove il sodalizio si ritrovò al cospetto di Losurdo e Brandusio per un summit durante il quale i capi avrebbero consegnato una ricetrasmittente ad un sodale.
Secondo gli inquirenti era un vero e proprio sodalizio, ben strutturato in quanto radicato nel tessuto criminale cerignolano, e forte di una precisa distribuzione di compiti, ruoli e responsabilità con il coinvolgimento anche di minorenni.
In una intercettazione Francesco Lastella e suo zio discutevano di denaro e delle continue richieste di Lastella al congiunto, che, contrariato per l’insistenza e la costante esigenza di disponibilità economiche del nipote, reagì con durezza: “Senti a me Francesco…. se non mi dai questi soldi indietro… non ti far sentire più proprio… e meglio che te lo dico adesso… che tu mi hai rotto il cazzo proprio… mi svegli alle quattro di notte … mi tieni al telefono fino alle cinque … ma ci rendiamo conto qua?”
Lastella: “E per quale motivo? E come stanno sessantamila cristiani dentro Cerignola… mi vieni a svegliare esatto esatto a me… scusa tu stai in un’organizzazione?”. Ma Lastella, preoccupato dal tenore della conversazione intercorsa telefonicamente, reagì secondo gli inquirenti tentando di negare l’assunto: “ja lo zio… chiudiamo questo telefono… meh… che veramente deve andare a finire che mi devono uccidere pure. Organizzazione … che organizzazione le palle! Non ho un centesimo, dove sta quest’organizzazione? Non posso mangiare… l’organizzazione… di che cosa?”
Ma per gli investigatori l’organizzazione c’era “ed era tutt’altro che rudimentale”: Lastella avrebbe rappresentato esplicitamente di aver commesso i reati-fine oggetto di contestazione: “Stiamo ancora a parlare al telefono, oh, e la macchina sta buttata in campagna, ed io sto sotto il vigneto tutto inzuppato, con le cose rubate nella macchina e ti ho fatto anche il video e sembra che ti ho detto una bugia, ed hai visto che è venuto anche quell’altro ragazzo”.
Grazie ad approfondimenti investigativi, effettuati attraverso i rilevatori targa in dotazione alla Polizia Locale di Cerignola, gli inquirenti hanno individuato almeno due basi operative del gruppo: l’autoparco “Marino” e, successivamente, l’autoparco “Le Fontanelle” utilizzati per occultare i mezzi e le parti di autovetture provento di furto. Addetti alla guida dei furgoni deputati al trasporto dei pezzi di ricambio sarebbero stati Cristian Direda, Vincenzo Saccinto e Francesco Lastella.
Secondo gli inquirenti e “senza ombra di dubbio”, un ruolo apicale lo rivestiva Losurdo, un capo impegnato su due fronti: impartire gli ordini ai sodali e curare la riuscita delle operazioni. Quanto descritto trova puntuale riscontro, a parere di chi scrive, dai numerosi dialoghi intercettati nei quali è possibile apprezzare il ruolo di Losurdo quale punto di “riferimento/regia” al quale tutti facevano capo. Ad aggravare il quadro accusatorio, le innumerevoli immagini acquisite dalla telecamera posizionata sull’autoparco “Le Fontanelle” di Cerignola dove gli inquirenti ebbero modo di apprezzare Losurdo e Brandusio agire palesemente nel ruolo di vertici dell’associazione, dirigendo le operazioni di riciclaggio delle componenti di veicoli rubati condotti all’interno dell’autoparco dopo la “cannibalizzazione”.
Tutti i nomi
Nell’inchiesta che ha portato a 25 arresti, tutti in carcere, compaiono Francesco Losurdo, 39 anni di Cerignola, Saverio Brandusio, 41 anni di Cerignola, Francesco Lastella, 39 anni di Cerignola, Matteo Dimatteo, 27 anni di Cerignola, Giovanni Iacovone, 21 anni di Cerignola, Matteo Conte, 23 anni di Cerignola, Leonardo Cirulli, 40 anni di Cerignola, Alessio Cianci, 26 anni di Cerignola, Giovanni Dinoia, 21 anni di Cerignola, Matteo Montingelli, 20 anni di Cerignola, Vincenzo Saccinto, 41 anni di Cerignola, Antonio Pugliese, 28 anni di Cerignola, Nicola Basso, 25 anni di Cerignola ma residente a Orta Nova, Gerardo Seccia, 40 anni di Cerignola, Cristian Direda, 24 anni di Cerignola, Francesco Rubino, 30 anni di Cerignola, Said Mounji, 33 anni nato in Marocco e senza fissa dimora, Alessandro Marino, 52 anni di Cerignola, Domenico La Macchia, 25 anni di Cerignola, Vincenzo Tufo, 21 anni di Cerignola, Tommaso Izzi, 29 anni di Cerignola, Valerio Perrucci, 26 anni di Cerignola, Michele Montesano, 22 anni di Foggia ma residente a Orta Nova, Antonio Dimatteo, 26 anni di Cerignola e Domenico Teasto, 18 anni di Cerignola.