Range Rover Evoque, Audi A3, Audi Q3, Volkswagen Golf, Skoda Kamiq, Fiat 500 X, Land Rover Discovery, Fiat 500, Renault Megane, Kia Sportage, Toyota CHR, Ford Focus, Renault Clio, Toyota Corolla, Alfa Romeo Giulia, Citroen DS7, Jeep Compass, Jeep Renegade, Opel Corsa, Audi Q5, Land Rover Velar, Hyundai Tucson, Toyota Rav4, Fiat Tipo, Seat Leon, Seat Arona, Opel Mokka, Alfa Romeo Stelvio, Bmw X6, Bmw 318d, Bmw Serie 1. Sono tantissimi i modelli di auto rubate dalla banda di Antonio Dimmito e Antonio Fuscaldi, 57 e 40 anni, cerignolani, ritenuti a capo di un’associazione criminale dedita ai furti di veicoli tra Foggiano, Bat e Nord Barese. 15 le persone arrestate nell’operazione “Redivivi Imperium” (7 in carcere, 8 ai domiciliari) e 11 le misure cautelari tra obbligo di dimora e presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria per un totale di 26 persone indagate.
Numerosi dettagli sul sistema messo in piedi dai vertici di Cerignola sono contenuti nella lunga richiesta di misura cautelare presentata dalla pm della Procura di Foggia, Miriam Lapalorcia.
“Tagliatori” e linguaggio in codice
Le vetture venivano rubate e portate in aperta campagna per la cannibalizzazione. I malviventi smontavano motori, sedili e volanti, lasciando abbandonate soltanto le scocche. I tagliatori, ovvero coloro che sezionavano le macchine, erano soprattutto di Foggia, guidati da Paolo Pelullo, 45 anni, il quale, ricevuta l’auto, provvedeva con altre persone a cannibalizzarla. I pezzi venivano poi trasportati in un magazzino di Cerignola nella disponibilità di Dimmito, Fuscaldi e Leonardo Vurchio, 34enne cerignolano.
Dai tagliatori poi dipendevano altri soggetti a loro subordinati, ai quali venivano affidati dei compiti prestabiliti ovvero occuparsi del “taglio delle autovetture”, del trasporto dei pezzi, della gestione del magazzino e della vendita. Grazie ad alcuni ricettatori, le parti tagliate venivano vendute nel mercato illecito attraverso cessioni dirette o tramite contatti web.
L’utilizzo di utenze intestate a soggetti stranieri, le brevi comunicazioni tra i soggetti coinvolti, il linguaggio criptico utilizzato, l’utilizzo di telefoni dedicati per comunicare esclusivamente tra di loro, hanno fatto da subito ritenere che le persone monitorate facessero parte di un gruppo ben organizzato. Per indicare le auto si parlava di “testate” come parola in codice.
Vurchio: “Ho detto ma tu c’hai 6 testate? … hai due ‘Stel’ (Alfa Romeo Stelvio, ndr)”. Aristide Carmine Mastrone: e una ‘Giu’ (Alfa Romeo Giulia, ndr) e due quelle là di ieri”. Vurchio: “Erano già cinque ieri e una mò sono sei… e allora mi dai tre piccoline”. Mastrone: “E vediamo se hanno caricato”. Poi ancora Vurchio: “Domani mattina amore mi dai una testata, adesso ti giro il numero della persona che la devi consegnare e sei a posto”.
Il capo e il B&B per i summit
Gli inquirenti inquadrano Dimmito al vertice del gruppo criminale; il 57enne cerignolano era soprannominato “Il capo” o “Il Grande”. Ecco cosa scrive la pm nella richiesta: “L’identificazione di Antonio Dimmito detto ‘Il Grande’ o ‘Il capo’ è stata possibile grazie ad una pluralità di attività di indagine che comprendono l’attento ascolto delle conversazioni telefoniche captate tra i sodali, gli approfonditi accertamenti anagrafici sul conto di Dimmito, le frequentazioni sue e dei suoi familiari, i molteplici servizi di osservazione, nonché la visione delle immagini registrate dall’impianto di telecamere installate presso il parcheggio del B&B Dimmito (a Cerignola, ndr)”.
Stando alla pm, il 57enne cerignolano avrebbe “dimostrato di avere una straordinaria scaltrezza, derivante certamente da pregresse attività d’indagine che lo hanno visto coinvolto. Per tale motivo, egli non faceva uso di telefoni cosiddetti ‘operativi’, utilizzando, per parlare e dare indicazioni ai sodali, i telefoni ‘sporchi’ dei propri sottoposti, camuffando in alcuni casi anche la voce con appositi strumenti. Il linguaggio utilizzato dallo stesso è stato sempre criptico. Dimmito dava disposizioni alle quali tutti dovevano adeguarsi”.
È stato inoltre “accertato che il luogo in cui l’organizzazione criminale prendeva le decisioni, avvenivano gli scambi delle utenze telefoniche e venivano effettuati i pagamenti e distribuiti i proventi dell’attività illecita era all’interno del B&B Dimmito”.
Tutti i nomi
Il gip ha disposto il carcere per Antonio Dimmito, 57enne di Cerignola, Antonio Fuscaldi, 40enne di Cerignola, Leonardo Vurchio, 34enne di Cerignola, Aristide Carmine Mastrone, 58enne di San Severo, Pasquale Gassi, 36enne di San Severo, Paolo Pelullo, 45enne di Foggia e Gerardo Morra, 28enne di Cerignola.
Domiciliari per Aurelian Gabriel Vladut, 46enne rumeno, Angelo Antonio Pelullo, 72enne foggiano, Lorenzo Cormio, 40enne di Cerignola, Gianni Sansonna, 54enne di Canosa, Fabio Calabrese, 51enne di Barletta, Lorenzo Pantaleo, 31enne di Bitonto, Savino Antonio Merotta, 35enne di Cerignola e Domenico Tricarico, 38enne di Cerignola.
Obbligo di dimora per Luigi Pio Pazienza, 33enne di San Giovanni Rotondo, Luca Giustizia, 36enne di San Severo, Fabio Fontanello, 39enne di Torremaggiore, Francesco Acri, 30enne di Andria, Antonio Pio Mancini, 31enne di Torremaggiore, Olga Costantino, 28enne di Torremaggiore, Alessandro Mastrangelo, 27enne di Cerignola, Tommaso Farrusi, 32enne di Cerignola, Giovanni Capuano, 33enne di Cerignola e Michele Lovergine, 37enne di Trani. Per Alexander Antwi, 25enne ghanese, obbligo quotidiano di presentazione alla pg.