Ha dell’incredibile la scena che si è verificata il 20 aprile 2024, quando Luigi Carosiello, 21 anni, aprì una cabina Enel a Cerignola e non trovò più la droga nascosta. Panico. Telefonate. E poi l’irruzione in casa di un cerignolano, terrorizzato, costretto a mostrare l’impianto di videosorveglianza. Lì Carosiello scoprì che una microcamera nascosta dai carabinieri stava riprendendo da 40 giorni l’attività frenetica di spaccio della famiglia Carosiello, nel cuore del rione Buon Consiglio, in via Policoro, una delle piazze ritenute più attive per il traffico di stupefacenti.
Quel panico e quella videocamera hanno contribuito – riporta La Gazzetta del Mezzogiorno che ha pubblicato dettagli dell’operazione antidroga – a innescare il blitz scattato 48 ore fa, che ha portato all’arresto di nove persone: tre in carcere e sei ai domiciliari, su ordinanza firmata dal giudice Michela Valente, in parziale accoglimento delle richieste del pm Alessio Marangelli.
Dalla cabina Enel al secchio dal balcone
Le indagini, avviate a gennaio 2024 e condotte dai carabinieri di Cerignola, sono partite seguendo i movimenti di Berardino Graziano, 27 anni, ritenuto pusher attivo nelle piazze di via Sardegna e via Campania, dove erano state installate le prime microcamere. Monitorando lui, gli investigatori sono arrivati al quartier generale della famiglia Carosiello in via Policoro, dove è stata piazzata una seconda microcamera.
Il locale a piano terra, trasformato in “supermercato dello spaccio”, funzionava 24 ore su 24. I clienti si fermavano pochi secondi: un rapido scambio di denaro, e la dose cambiava mano. In alcuni casi la droga veniva calata in un secchio dal primo piano, dove abita Antonio Carosiello, 54 anni, finito ai domiciliari.
Le ronde, i nascondigli e l’ossessione per i controlli
Le telecamere hanno ripreso anche le ronde degli indagati, a piedi o in macchina, per controllare la zona e prevenire blitz delle forze dell’ordine. La droga era nascosta nella cabina Enel, dove il 20 aprile i carabinieri hanno sequestrato circa 70 grammi tra hashish e cocaina, denaro contante, bilancini, buste sigillate e un libro mastro con appunti e cifre. La scoperta fece scattare il panico. La microcamera venne prima oscurata con una bomboletta spray e poi distrutta da ignoti.
Ma lo spaccio non si fermò. Luigi Carosiello, indicato come custode delle sostanze, fu visto recarsi in un terreno tra via Grassano e via Ginestra, dove era stato allestito un nuovo nascondiglio tra la vegetazione. Il 7 maggio 2024 fu arrestato in flagranza con 260 grammi di droga, tra marijuana, hashish e cocaina.
Le intercettazioni: “Cinque grammi al giorno, non voglio tanto”
A inchiodare il gruppo anche le intercettazioni ambientali, in particolare quelle che riguardano Graziano, che parlava della sua “quota giornaliera” con tono apparentemente dimesso: “Cinque grammi al giorno voglio fare, non tanto. Alcuni giorni 13, 14… prendi 100 euro puliti”. Raccontava della qualità scadente in circolazione e di un fornitore che gli proponeva cocaina a 36mila euro al chilo.
I destinatari delle misure cautelari
In carcere sono finiti Berardino Graziano, 27 anni, Matteo Carosiello, 28 anni e Luigi Carosiello, 21 anni. Ai domiciliari Antonio Carosiello, 54 anni, Davide Carosiello, 23 anni Danilo Saccotelli, 28 anni, Francesco Vigliotti, 24 anni, Aldo Smakai, 23 anni e Daniele Gallo, 23 anni.
Per la procura, “gli affari dovevano proseguire, nonostante tutto”. Le prove raccolte – video, intercettazioni, sequestri – descrivono un sistema rodato, diviso tra compiti di custodia, vendita, vigilanza e approvvigionamento. Un business illecito che ora dovrà rispondere davanti alla giustizia.