Gran finale di presentazioni al Premio I fiori blu in una gremitissima Sala Fedora del Teatro Umberto Giordano. La direttrice artistica Alessandra Benvenuto ha proposto per l’ultimo appuntamento un tris di libri: un romanzo e due saggi.
Giorgio Zanchini, intervistato dall’avvocata e docente Valentina Cuocci, con La libreria degli indecisi edito da Mondadori, nel suo testo tesse l’elogio, attraverso i personaggi letterari da lui più amati, dell’adolescenza, un’età in cui il futuro ha le porte tutte aperte.
Lucia Tancredi, che ha colloquiato a Foggia con il professor Antonio Daniele, come ha fatto Anna Banti con Artemisia, con il suo Ogni cosa è per Giulia (Ponte alle Grazie), ha scelto di far emergere la vita di Giulia Schucht, moglie di Antonio Gramsci, la cui storia è stata sepolta dal partito.
Il verosimile della sua narrazione diventa una biografia eruditissima, ricca di lettere, dettagli e tutto il clima degli anni del loro amore, dal 1922 al 1937, tra Mosca, Vienna e la Sardegna.
Infine la divulgatrice Barbara Gallavotti, in dialogo con il prof. Pasquale Annicchino, con Il futuro è già qui(Mondadori), ha edotto il pubblico sull’impatto dell’intelligenza artificiale, la struttura tridimensionale delle proteine e su come la tecnica può cambiare il futuro.
L’ultimo appuntamento è stato seguito da due ospiti d’eccezione. Giorgio Zanchini, candidato, è l’attuale presidente del Premio Campiello. Mentre nel pubblico, in prima fila, ha partecipato Rossella Santoro, ideatrice e direttrice artistica del Festival Il Libro Possibile, arrivato quest’anno alla sua 24esima edizione.
L’operatrice culturale della Terra di Bari non se la sente di dare consigli o lezioni, ma sa qual è la formula vincente per una manifestazione fatta di libri:
“Mi fa piacere aver scoperto questa bella realtà in una città come Foggia che ha sicuramente bisogno di stimoli culturali e di riflessioni culturali. Credo che il Premio I fiori blu sia sulla strada giusta. Sono venuta qui per caso, perché ho accompagnato un’ospite del Premio, Barbara Gallavotti, che noi ospitiamo più volte, ed è stato anche per me stimolante ascoltare le presentazioni. Mi fa piacere notare come la crescita culturale favorisca la crescita del territorio, che è quello che più mi auguro per la nostra regione”.
Quando Il Libro Possibile ha cambiato passo diventando la famosa kermesse imperdibile per lettori e case editrici che è ora? “Il quando comincia 24 anni fa, è in continua crescita, è un percorso che va avanti e che ci auguriamo prosegua, senza una svolta decisiva. Abbiamo fortemente voluto con tutta la squadra del Libro Possibile una strada da percorrere che ci aiuti a ritrovare alcuni punti nei quali orientarci, attraverso i quali dare delle risposte alla complessità del presente. Riteniamo possa essere fatto solo attraverso una condivisione, un momento di riflessione collettiva e di ricaduta su ciascuno di noi, da applicare nel mondo quotidiano”.
Parole di elogio sono arrivate anche dal giornalista Rai in concorso al Premio I fiori blu. “Io, per ragioni professionali, ho dovuto sia intervistare tanto, sia frequentare molti festival e premi, sia – qualche volta – far parte di giurie, di finalisti e rarissimamente ho anche vinto qualche premio”, ha detto Zanchini.
“A 360 gradi spero di aver capito qualcosa su come funzionano i premi. Forse la risposta al tema più importante è: quando funziona un premio? Quando un premio ha una vera funzione sociale? Francamente, per quel che riguarda I fiori blu, almeno per quello che ho potuto sperimentare e toccare con mano in queste ore, è che riesce a costruire un rapporto col territorio. Ad esempio il rapporto con le scuole e con i ragazzi, l’incontro tra i candidati e gli studenti e le studentesse. E poi c’è una bella comunità che si crea tra i finalisti, gli organizzatori, i lettori. Quando un premio va al di là della vittoria e della semplice ritualità, allora è destinato a lunga vita”.