Anche la stampa nazionale ha acceso i fari sul processo ai due foggiani accusati della morte di Donato Monopoli, il giovane di Cerignola aggredito nella discoteca “Le stelle” di Foggia il 6 ottobre 2018 e deceduto dopo circa 7 mesi di agonia in ospedale. Imputati Francesco Stallone e Michele Verderosa, coetanei della vittima. Nei giorni scorsi, la Cassazione ha ordinato un nuovo processo d’appello, ma le motivazioni esatte si conosceranno tra 45 giorni. L’accusa, inizialmente di omicidio volontario, è poi passata ad omicidio preterintenzionale. In secondo grado, Stallone e Verderosa vennero condannati rispettivamente a 10 e 7 anni di carcere, ma le pene sono state annullate perché il processo è da rifare.
“Continuano a dire che avesse una malattia pregressa, ma mio figlio era sanissimo, giocava a calcio e andava in palestra. È assurdo doversi difendersi da tutto questo”, ha detto ai microfoni di Mediaset papà Giuseppe. Molto provati anche i fratelli minori di Donato: “Lui era il nostro pilastro dopo papà. Il suo braccio destro. Non vedere nemmeno che possa avere giustizia è atroce”.
Sui social ha commentato la decisione della Cassazione anche Franco Metta, uno dei legali della famiglia Monopoli: “Venerdì 14 febbraio, auspicalmente, in Cassazione si sarebbe dovuto concludere il processo a carico di due giovani foggiani imputati dell’omicidio di Donato Monopoli, vicenda che ha interessato la nostra comunità.
L’impressione era che il 14 si sarebbe messo un punto fermo e definitivo invece, come avrete saputo, la Cassazione ha annullato la sentenza della Corte di Appello rimandando gli atti alla stessa Corte di Appello di Bari per un nuovo esame. Di più non si sa in quanto le motivazioni ancora non sono state depositate. A me pareva che dei due ricorsi presentati il primo fosse da rigettare, il secondo fosse inammissibile. Dello stesso parere era stata la Pubblica Accusa, invece nel dispositivo si legge che il ricorso di Stallone, estensibile anche a Verderosa, è stato accolto. Questo mi fa intuire che la Corte di Cassazione, probabilmente, abbia ritenuto il sollecito di ulteriore esame in riferimento al nesso di causalità, cioè ‘la morte di Donato è stata provocata dalle lesioni subite a seguito della aggressione o a vicende relative alla negligenza della struttura ospedaliera’?”.
E aggiunge: “Io non ho mai avuto dubbi che il nesso di causalità ci fosse e fosse assolutamente granitico, evidentemente in Cassazione la pensano diversamente. La delusione è tanta, lo strazio continua, i pensieri che si affollano nella mente sono tanti. Lasciamo che il turbamento passi sperando che questo percorso tortuoso, lungo e difficile termini presto, non possiamo fare niente di più e di meno. Il 27 febbraio i magistrati sciopereranno per cose che riguardano loro, l’amministrazione della giustizia è sempre più in difficoltà. Chi vuole giustizia, intanto, aspetta e spera”.
Ieri, durante Audace Cerignola-Turris, i tifosi del Cerignola hanno uno striscione per chiedere giustizia per Donato Monopoli: “Donato merita di riposare in pace”.