“La mia candidatura non sarà decisa da giochi di potere o da calcoli di convenienza politica. La mia unica alleanza è con il territorio e con le persone che ogni giorno mi dimostrano fiducia, speranza e voglia di cambiamento”.
Il consigliere regionale e consigliere segretario, ex Forza Italia ed ex Udc, Napi Cera è consapevole di aver avuto una decisa battuta d’arresto nella sua carriera politica nel corso della scorsa consiliatura. Quelle vicende però saranno vissute in altri palazzi e altri percorsi. Serenamente.
“Tutti possono subire una caduta, possono rialzarsi e rimettersi a correre”, osserva a l’Immediato. Il suo voto favorevole al Bilancio redatto dall’assessore Fabiano Amati ha fatto intravedere in più di un osservatore un suo nuovo ritorno nel centrosinistra. Lo abbiamo intervistato sul suo futuro politico.
Consigliere Cera, perché il suo sì al Bilancio regionale della Giunta Emiliano?
Ho deciso di votare a favore del bilancio regionale perché rappresenta un passo concreto e tangibile verso il miglioramento della vita dei cittadini pugliesi, toccando temi fondamentali come la salute, l’istruzione, la mobilità internazionale, la solidarietà sociale e il rafforzamento dei servizi pubblici. Alcuni interventi entrati in bilancio sono stati anche mie battaglie come lo Screening neonatale esteso. Questo bilancio garantirà ai neonati pugliesi uno strumento prezioso di prevenzione attraverso un test genetico avanzato in grado di diagnosticare precocemente ben 470 malattie. Non è solo un atto di responsabilità, ma una promessa mantenuta di salvaguardare il futuro dei nostri bambini e delle loro famiglie. Col Genoma la Puglia è la prima regione, forse non solo in Italia, a fornire gratuitamente ai nuovi nati uno screening.
Queste misure sono state presentate da Fabiano Amati quando era ancora solo consigliere. Si sente vicino al suo gruppo? Potrebbe entrare in Azione?
Sono molto amico di Fabiano, ma non so neppure se lui resterà in Azione, non mi interessa il futuro politico dei miei colleghi. Il mio voto favorevole è per i cittadini. In bilancio ci sono finanziamenti per i bambini con disturbo dello spettro autistico. La Regione stanzia 4,5 milioni di euro alle famiglie che ogni giorno affrontano sfide difficili, offrendo loro il supporto necessario per garantire ai loro figli una vita dignitosa e piena di opportunità.
Che tipo di legislatura è stata?
Caotica. Le dinamiche politiche hanno superato le dinamiche legislative, l’azione del Consiglio regionale è stata molto limitata dalle beghe politiche. Io ho cercato di fare la mia attività legislativa, la mia legge sull’internalizzazione delle RSA di San Nicandro Garganico e Troia è un esempio concreto di come si possa portare dignità ai lavoratori e qualità ai servizi. È una mia vittoria.
E l’opposizione che ruolo ha avuto?
Non è mai stata un’opposizione dura, la considero non all’altezza del suo ruolo. Il centrodestra deve ancora scoprire cosa è e qual è la sua leadership. Tolti i partiti più strutturati manca una visione di unità.
Ritiene chiusa la sua esperienza dentro Forza Italia?
Io sono scattato come primo dei non eletti in Forza Italia dopo l’elezione di Giandiego Gatta in Parlamento. Il mio è stato un cammino tortuoso, ho lavorato tanto per rimettermi in carreggiata.
Qual è oggi il suo rapporto con gli uffici regionali? Dopo l’inchiesta, c’è stata una difficoltà di interlocuzione con la struttura?
Per gli uffici vale tanto la proposta in termini qualitativi, se si accorgono che vale, non ci sono difficoltà, se invece ci si occupa di materie futili le porte sono sbarrate. Io ho mirato a fare una politica al futuro, occupandomi sempre dei cittadini. Per questo ho presentato proposte serie soprattutto sul tema della sanità. Anche quella mia vicenda sarà messa in predicato, a tutti può capitare di subire una caduta, di rialzarsi e di rimettersi a correre. La mia esperienza in Forza Italia si è conclusa, nonostante il mio rapporto con Francesco Paolo Sisto. È stato lui a volermi nel partito. Ma oggi non c’è nessun partito in Puglia e in particolare in provincia di Foggia, non c’è neppure una sede in cui dialogare.
Con chi si ricandiderà alle prossime regionali? Tanti eletti attuali sono in cerca di nuove insegne…
È tutto molto incerto, non sappiamo quando si vota, quale sarà il numero dei consiglieri regionali e quali saranno i candidati presidente. Con 40 consiglieri la Capitanata perderà 2 seggi. Per essere eletti serviranno non meno di 9mila voti, non è più il tempo di entrare in Consiglio regionale con 2mila voti in una lista civica. Io ho sempre le mie idee e cercherò di capire le posizioni e le possibilità per poter interagire con i diversi candidati. Resto un moderato, sono un centrista.
Non ha mai pensato di aderire alla forza meloniana?
No non ho mai pensato di entrare nei Fratelli d’Italia o dall’altra parte, nel Pd. Io sono al fianco dei cittadini. Sono un moderato. Se deciderò di candidarmi, lo farò con chi condivide una visione chiara e concreta per il futuro del Gargano e della Puglia. Non mi interessa un partito o una coalizione che pensa solo a vincere le elezioni: voglio un progetto che punta a vincere le sfide del territorio, dalla sanità alla scuola, dal lavoro allo sviluppo sostenibile.
Potrebbe rientrare nel suo alveo naturale, nel centrosinistra, se fosse Antonio Decaro il candidato presidente?
Il mio alveo naturale è il centrosinistra, è vero. E non escludo di potervi ritornare.