“Il fatto non sussiste”. A livello penale l’ex calciatore foggiano, imprenditore e animatore dell’Asd Rovelli Alessio Russo l’8 luglio scorso è stato assolto da ogni responsabilità. Non aveva commesso nessun reato nel recintare una porzione del Parco San Felice che era stato oggetto nel 2019 di una convenzione col Comune di Foggia con l’Asd Rovelli, poi ritirata dall’Ente in autotutela dopo la raccolta firme e le forti opposizioni dei cittadini e in particolare del comitato La Società Civile, e soprattutto non aveva commesso nessun reato quando si era rifiutato di smontare la recinzione al prezzo indicato dal Comune di Foggia, ossia 11mila euro, contro i 5mila preventivati dalla sua Ads.
In quella convenzione stipulata con l’allora assessore allo Sport, Sergio Cangelli e con gli uffici comunali, Russo, a fronte di lavori per la riqualificazione del campetto a 5 e di altre attività da svolgere negli oltre 300 metri recintati e nella collinetta, si impegnava per 8 anni a pagare al Comune un canone mensile di circa 550 euro. Per realizzare tutto ciò aveva presentato una fideiussione, ancora in atto.
Alessio Russo ha pagato canoni per oltre 3 anni, dal 2019 al 2021, per un valore di circa 32mila euro, depositati nelle casse del Comune. Si tratta ormai di una lunghissima vicenda, che vede ancora appeso un ricorso al Tar da parte dell’Asd, che giace nei cassetti della giustizia amministrativa.
“Non abbiamo mai avuto una risposta dal Comune per un eventuale accordo, alla luce dell’assoluzione per lo smontaggio della famosa recinzione, un polverone che la Società Civile volle alzare. Chiedo a queste persone che oggi siedono nell’amministrazione come la pensano a riguardo? A che titolo il Comune continua a mantenere i miei canoni? Oltre ai canoni versati inutilmente il Comune mi chiese in fase di determina una fideiussione, che ad oggi mi preclude la mia vita. Passando di qui mi viene molto sconforto, il progetto originario prevedeva una riqualificazione importante del Parco. Parlo da cittadino, da genitore, volevo cercare di aumentare il senso civico. Nel vedere questo posto abbandonato mi viene lo sconforto, Parco San Felice non si può frequentare perché non è in sicurezza. Quella recinzione poteva servire a portare i propri figli nel verde pubblico senza dover rischiare di essere investito da un motorino o di schiacciare un pezzo di vetro. Portare i propri bambini sull’altalena, sullo scivolo e perché non far fare loro anche una partitella di pallone”.