Licenziato l’ex comandante della Polizia Locale di Manfredonia, Vincenzo D’Anzeris. Nelle scorse ore, l’uomo ha riconsegnato pistola e tesserino. D’Anzeris, 67 anni, cognato dell’ex sindaco Angelo Riccardi, fu coinvolto nell’operazione “Giù le mani” di Procura di Foggia e Guardia di Finanza, risalente al 9 marzo scorso. Per questo motivo la commissaria straordinaria del Comune aveva già provveduto a revocargli l’incarico. Ora, però, è giunto il licenziamento.
Nell’imputazione dell’ordinanza “Giù le mani” si legge che D’Anzeris avrebbe reso “dichiarazioni false o comunque taceva in parte ciò che sapeva”. L’ormai ex comandante venne tirato in ballo dagli inquirenti nella vicenda delle onoranze funebri di Grazia Romito. L’agenzia della donna, nonostante l’interdittiva antimafia, avrebbe continuato ad operare attraverso un prestanome.
Una serie di intercettazioni tra la Romito, l’ex assessore ai Lavori Pubblici Angelo Salvemini (finito ai domiciliari) e D’Anzeris, responsabile inoltre del Servizio Cimiteriale, non collimerebbero con quanto riferito dal vigile al pubblico ministero in una escussione dell’1 marzo 2023. “Nel corso dell’audizione – riporta l’ordinanza cautelare di 190 pagine della gip – affermava di aver ammonito la Romito ad interrompere l’esercizio di ogni attività funebre (tra cui il recupero salme), in ragione dell’informazione interdittiva antimafia applicata alla ditta individuale della donna, precisando che avrebbe potuto accedere al cimitero di Manfradonia solo per motivi personali (culto dei defunti)”.
Successivamente D’Anzeris avrebbe dichiarato “di aver recentemente notato la Romito all’interno del cimitero di Manfredonia e che, in tale occasione, le chiedeva di giustificare la sua presenza; quest’ultima gli comunicava di poter accedere in quanto era una dipendente della Santa
Lucia Srls. D’Anzeris avrebbe inoltre riferito di aver ricevuto conferme dall’Ufficio Attività produttive del Comune in merito all’autorizzazione di tale impresa, aggiungendo che successivamente il titolare della Santa Lucia Srls gli consegnò l’autorizzazione e il contratto di assunzione della Romito”.
Sempre D’Anzeris “ometteva – si legge sempre nell’ordinanza – qualsiasi riferimento alle telefonate e agli incontri con la Romito organizzati per il tramite del Salvemini al fine di rassicurarla e di legittimare la presenza all’interno del cimitero (“… ecco perché dopo quando mi hai, quando mi hai scritto c’è bisogno di qualche?… no! Io poi, proprio per farla.. fare ehm… metterla a posto… ho detto fammi una richiesta dove vuoi partecipare… ai recuperi… ecco però… dice sì… sì… si dov’è il problema… e abbiamo chiarito… quella opera… tranquillamente”)”. Secondo la gip, il comandante D’Anzeris avrebbe mostrato asservimento al Salvemini, all’epoca assessore della Giunta Rotice che – secondo l’impianto accusatorio – si sarebbe speso per salvaguardare l’attività della Romito.