La Polizia di Stato, in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza e la Polizia Locale di Foggia, continua incessantemente le attività di contrasto al degrado urbano soprattutto presso il quartiere ferrovia, finalizzate alla prevenzione e repressione di forme di abusivismo commerciale e di illegalità diffusa.
Gli ultimi servizi effettuati hanno portato alla notifica di 3 provvedimenti di Divieto di Accesso nelle Aree Urbane D.Ac.Ur emessi dal questore della provincia di Foggia nei confronti di altrettanti soggetti. In particolare, con l’emanazione di tale misura di prevenzione è stato vietato ai destinatari della stessa l’accesso ai bar e agli esercizi pubblici o locali di pubblico trattenimento situati in alcune specifiche aree adiacenti la Stazione Ferroviaria di Foggia, per un periodo di anni due a decorrere dalla data della notifica.
Due dei provvedimenti, hanno riguardato soggetti deferiti in stato di libertà per il reato di cui all’articolo 73 del D.P.R. 309/1990 perché trovati in possesso di sostanza stupefacente del tipo hashish per 0,22 grammi e marijuana per 6,9 grammi.
Il terzo, è stato emesso nei confronti di un uomo, deferito in stato di libertà per la violazione di cui all’art.4 della Legge 110/1975 in quanto trovato in possesso di un taglierino pieghevole.
I servizi operativi, inoltre, hanno permesso di raggiungere i seguenti risultati: 76 pezzi di merce sequestrata amministrativamente per violazione della disciplina del commercio su area pubblica; 10 segnalazioni alla locale Prefettura per violazione dell’art. 75 ex D.P.R. 309/90; un esercizio commerciale segnalato all’Agenzia delle entrate per mancata emissione dello scontrino fiscale; 15 sanzioni verbali al Codice della strada contestati; 270 persone identificate; 51 veicoli controllati; 9 locali commerciali controllati. Le attività di contrasto al degrado urbano continueranno senza soluzione di continuità.
“Va precisato che la posizione delle persone coinvolte nelle predette operazioni di polizia è al vaglio dell’autorità giudiziaria e che le stesse non possono essere considerate colpevoli sino alla eventuale pronunzia di una sentenza di condanna definitiva”, ricorda la ps.