Una vittoria importante per Giorgia Marinò, 38enne educatrice di Brindisi, licenziata da una cooperativa due giorni dopo aver comunicato di essere incinta. La giudice del lavoro del tribunale di Brindisi, Gabriella Puzzovio, ha infatti accertato la “natura discriminatoria” del licenziamento e condannato la cooperativa al risarcimento del danno in favore della lavoratrice per 13mila euro.
La donna, assunta con un contratto a tempo determinato di un anno il 7 febbraio 2020, aveva comunicato alla coordinatrice il proprio stato di gravidanza il 30 marzo, chiedendo di essere esonerata dai turni notturni, come previsto dalla normativa. Il 1° aprile, però, è stata licenziata.
La giudice, esaminati i fatti, ha ritenuto fondate le ragioni della lavoratrice, evidenziando come “siano emersi i fattori di discriminazione essendo stato provato a monte che il datore di lavoro fosse a conoscenza dello stato di gravidanza e non vi fossero valide ragioni giustificative del recesso”.
Giorgia Marinò ha deciso di rendere pubblica la sua vicenda per “supportare, aiutare, e coinvolgere tutte quelle donne che si trovano discriminate sul posto di lavoro”, come spiegano i suoi legali, Marco Paladini e Ornella Bruno Stamerra. “Ciò che ha turbato di più la signora Marinò è il ruolo attivo assunto dalla coordinatrice nell’aver mandato a casa un’altra donna solo perchè è in dolce attesa”.
La sentenza rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la discriminazione di genere sul lavoro e riafferma il diritto delle donne ad essere madri senza per questo vedersi penalizzate nella propria carriera.