“Il prefetto ci ha accolto molto calorosamente, c’era anche il questore. Abbiamo letto il documento che presenta alcuni punti salienti su Pac, caporalato, gasolio agricolo, burocrazia assunzioni, prezzo del grano. Il prefetto ha preso molto a cuore la nostra situazione, e si è riservato ulteriori chiarimenti. Abbiamo approfondito un po’, ci ha assicurato il massimo della disponibilità, non dobbiamo dimenticare che quella di Foggia è l’unica prefettura d’Italia che ha accolto i manifestanti e questo perché ci siamo comportati molto bene, non abbiamo creato nessun disturbo. Il prefetto dovrà istruire un tavolo con chi di dovere”. È quanto rimarca Giulio Capobianco delegato per gli agricoltori lucerini, ex sindacalista Coldiretti con una esperienza negli organismi del Consorzio per la Bonifica, il quale si è detto soddisfatto dell’incontro di stamattina a Foggia con il prefetto Maurizio Valiante.
Un delegato per ogni presidio agricolo di trattori manifestanti. Lucera, Candela, Biccari, Troia, Foggia. È presto per parlare di partito della terra o dell’agricoltura, nonostante la compattezza del mondo agricolo testimoniata con la grande manifestazione di Foggia, con circa 1000 trattori in strada da tutta la provincia.
Roberto Carchia, agricoltore, agronomo, insegnante e storico consulente dell’associazione GranoSalus, ha rappresentato gli agricoltori foggiani al tavolo prefettizio. “Questa è una crisi non locale, non solo italiana, ma europea, le soluzioni vanno trovate su tutti i tavoli, le responsabilità sono di tutti. Oggi è prematuro parlare di un partito, siamo ancora acerbi, dobbiamo maturare una coscienza di una categoria, che rappresenta anche i consumi, più di un partito della terra parlerei di un partito della vita”.
Nuove manifestazioni si attendono per domenica, in ogni Comune dei presidi, alcune decine di trattori sfileranno in strada, regalando alla comunità ortaggi. Una sorta di “Carnevale agricolo”.
“È un modo per manifestare la nostra riconoscenza nei riguardi della cittadinanza – spiega Capobianco – abbiamo sicuramente provocato qualche disagio stradale, ma tutti sono stati solidali. Ed è anche un modo per mostrare quanto siamo bravi nelle produzioni e per far vedere come sono sottopagati i nostri prodotti delle coltivazioni in campo. Non ci pagano neanche un decimo del vero prezzo di mercato”.
Un broccoletto viene pagato 50 centesimo al pezzo in campo, ma sugli scaffali della GdO arriva a 3 euro, un finocchio 20 centesimi ma al supermercato vale 1,70 euro. Il carciofo viene pagato 10 centesimi all’agricoltore, ma al consumatore costa anche 70 centesimi l’uno. “Diciamo no a questi rincari improvvisi, non ci sta bene che pensino che questi soldi vanno a noi agricoltori”.