Problemi di cassa e di liquidità. Stress finanziario non risolto. Massa debitoria ancora presente. Ma una cosa – al momento – è certa: “Casa Sollievo non si vende”. Il direttore generale dell’Irccs di San Giovanni Rotondo, Gino Gumirato, e il vescovo membro del Cda Franco Moscone, hanno fatto il punto durante il tradizionale scambio di auguri per le festività con i dipendenti. “Ci stiamo impegnando ma ad oggi non abbiamo centrato ancora l’obiettivo”, ha rimarcato il manager veneto, sottolineando però gli ottimi risultati in termini di produttività dell’ultimo trimestre: “Questo ci fa ben sperare, anche perché continueremo ad investire”.
Progressi in Urologia e Oncologia. Nuova Pet tra qualche mese
Tra questi ultimi sono stati segnalati i progressi in Urologia e l’Oncologia, con l’acceleratore lineare da 3,5 milioni di euro che a gennaio inizierà ad essere operativo. Per la nuova Pet (tomografia a emissione di positroni), già ordinata, servirà invece ancora qualche mese. Poi c’è tutto il tema della ricerca, con i progetti sulle staminali e la genetica portati avanti dai teams di Vescovi e Castori. Nel piano di sviluppo per il futuro, sia scientifico che nell’accoglienza, tuttavia, a pesare ci sarebbero sempre le solite criticità: produttività e organizzazione, processi e certificazioni. Una cosa pare essere assodata: “Bisogna produrre di più con le stesse risorse”.
“Il giro delle 7 chiese per trovare le risorse per risolvere il blocco finanziario”
“Negli ultimi 3 mesi stiamo producendo tantissimo – ha detto Gumirato -, anche grazie alle risorse economiche per le prestazioni aggiuntive per la mobilità attiva extraregionale oncologica e salva vita”. Se le “potenzialità sono riconosciute da tutti”, però, la fondazione “ha dovuto fare il giro delle 7 chiese per trovare le risorse per risolvere il blocco finanziario”, dal Ministero al Vaticano, passando per la Regione Puglia. “So che in questi mesi sono state raccontate cose brutte – ha aggiunto Gumirato -, tipo che stiamo vendendo. La fondazione non è in vendita e vi toccherà produrre insieme a noi”. Poi il manager veneto ha mostrato particolare empatia per la situazione di alcuni operatori socio sanitari: “Ho incontrato alcuni oss che non hanno superato l’esame, ho continue persone che manifestano difficoltà. Non ho doti per risolvere le difficoltà, ma ho trovato umanità e volontà di dialogo che non mi aspettavo e che mi ha commosso. Molti hanno problemi con i figli, mutui… mi hanno raccontato le loro storie e preoccupazioni. Penso alla mia famiglia e comprendo tutto”, dice commuovendosi. “C’è grande umanità in questa fondazione. Molti mi dicevano che sembravo un mostro, ora non più. Mi ha commosso la volontà di dialogo e di essere riconosciuti come professionisti e ricercatori”.
Grande comunanza di vedute con il vescovo Moscone, che ha riferito di dover “ripartire dalle persone per rispettare la missione di Casa Sollievo della Sofferenza”. “Non possiamo limitarci solo ai costi di produzione, ma dobbiamo compiere le nostre azioni in un certo modo. Il nostro capitale sono i pazienti, le famiglie che sperano di trovare risposte, e il nostro personale, che ha investito qui la propria competenza. Il primo capitale siamo noi. Padre Pio ha chiamato questa opera ‘Casa”, non ospedale: siamo una casa di tante case. Ogni reparto è una casa di una città, questo ci arricchisce. Altrove è lo stesso forse per la medicina, ma non per il cuore. Casa sollievo è sana nelle radici, nel progettare il futuro, nelle professionalità. C’è un tumore nella parte finanziaria, ma non siamo terminali. Il resto è vivo e generativo. Vi comunico fiducia e speranza”. “Abbiamo valori che non possiamo mettere a bilancio”, ha detto citando Robert Kennedy nel suo celebre discorso sul Pil, “che misura tutto, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta”. “Dovremmo mettere anche solidarietà, attenzione, bontà, relazioni sforzo di creare unità, questo è nel dna di Css. Eredità che deriva dalla santità di San Pio. Questo è invendibile. Non possiamo mettere in vendita questo valore. Questo è l’obiettivo del Consiglio di amministrazione. Lo stiamo difendendo ad ogni costo”, ha concluso salutando i circa 300 dipendenti presenti.
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