Polemiche a Foggia dopo la denuncia di Giuseppe Mainiero, il candidato sindaco civico che durante l’incontro sulla mafia aveva parlato dei manifesti abusivi (poi rimossi) del Movimento 5 Stelle accanto alle pompe funebri “Angeli” in via Manfredonia.
Non un’attività qualsiasi visto che è storicamente riconducibile al boss Roberto Sinesi detto “Lo zio”, capo della batteria Sinesi-Francavilla. “Sapete chi sono gli ‘Angeli’ delle onoranze funebri dove lavorava Roberto Sinesi, uno dei boss delle batterie? – aveva affermato Mainiero -. Sono nella sentenza Osiride (blitz antimafia del 2007 sul racket dei funerali di cui l’Immediato si è occupato ampiamente nel corso degli anni, ndr). Ebbene accanto agli ‘Angeli’ ci sono due manifesti di un candidato del Movimento 5 Stelle”. Si tratta del giovane pentastellato Emanuele Ambrosino, in corso per un posto nel prossimo Consiglio comunale con il campo largo della candidata sindaca Maria Aida Episcopo.
Carico a pallettoni Mainiero: “Il portavoce provinciale del Movimento Cinque Stelle Mario Furore, che è il responsabile di questa lista e della sua composizione, l’assessore regionale Rosa Barone, i deputati di Foggia Marco Pellegrini e Giorgio Lovecchio non hanno nulla da dire sul punto ai foggiani? Il Fatto Quotidiano (che aveva ripreso l’articolo de l’Immediato sulle parentele di Mainiero, ndr) non ritiene questa vicenda interessante e meritevole di un approfondimento, con un bel richiamo in prima pagina?”.
Non si è fatta attendere la risposta dei pentastellati: “Emanuele Ambrosino, candidato del Movimento 5 Stelle, non ha mai avuto alcun problema con la giustizia, di qualsiasi natura, come attestato dalla fedina penale, al punto da avere partecipato a concorsi pubblici ed avere sostenuto prove anche per l’ingresso nella Polizia di Stato e nell’Arma dei Carabinieri. Vito Ambrosino, padre di Emanuele Ambrosino, della cooperativa di onoranze funebre Gli Angeli, non è mai stato nemmeno sfiorato da un’inchiesta giudiziaria, e l’avere lavorato in un remoto passato con Roberto Sinesi non può equivalere a una condanna”.
E ancora: “II Movimento 5 Stelle ha nei suoi principi identitari il rispetto e la difesa della legalità e la lotta alla mafia, e sono imprescindibili e inderogabili. Lo dimostrano il nostro impegno nelle aule istituzionali e non, dalla nostra nascita e dal nostro ingresso nelle assemblee elettive (Parlamento, Regioni, Province, Comuni), e i risultati prodotti anche e soprattutto grazie all’azione e alla tenacia dei nostri portavoce, recepite dai Governi guidati dal presidente Giuseppe Conte, nella lotta alla criminalità organizzata a Foggia e in Capitanata: la sede staccata della Dia, il potenziamento degli organici di forze dell’ordine e magistrati, il progetto e il finanziamento per la nuova Cittadella della Giustizia, per citare solo alcune delle nostre battaglie”.
Poi concludono: “Il Movimento 5 Stelle respinge qualsiasi accostamento alla criminalità organizzata e alla mafia, e qualsiasi strumentalizzazione elettorale mirata a gettare fango su persone che hanno la sola colpa di volere cambiare il presente e il futuro della nostra città. Il Movimento 5 Stelle ribadisce per l’ennesima volta che non accetta voti da criminali e mafiosi, e ricorda la denuncia fatta alla Procura della Repubblica da una nostra esponente nei confronti di un candidato del centrodestra alle elezioni regionali del 2020 per voto di scambio (esponente poi finito nella relazione redatta dal prefetto per motivare lo scioglimento dell’amministrazione comunale in carica)”.