“Tutto utilizzabile”. Il Tribunale di Foggia ha detto no alle eccezioni sollevate dal pool difensivo del processo sulla “Tangentopoli” a Palazzo di Città. Nulla da fare, dunque, per l’ex sindaco Franco Landella e per gli altri imputati che speravano nell’inutilizzabilità delle intercettazioni. Bocciate anche le eccezioni sulla lista testi depositata dalla Procura di Foggia (pm Bray e Infante).
Sotto la lente della Magistratura ci sono alcuni appalti e un presunto giro di mazzette durante il “Landella bis”, amministrazione comunale sciolta per mafia nell’estate del 2021.
I giudici hanno sciolto la riserva e fissato una nuova udienza per dicembre, a pochi giorni dal Santo Natale. Il processo andrà dunque avanti e potrebbe riservare molte sorprese dopo quelle regalate da Leonardo Iaccarino, il grande “pentito” della politica foggiana, durante l’incidente probatorio che ha preceduto il dibattimento.
La difesa contestava “intercettazioni a strascico”, cioè autorizzate nell’ambito di un altro procedimento che non sarebbe in alcun modo collegato con quello sugli appalti. Ma per i giudici, come detto, sono utilizzabili.
A processo figurano Franco Landella, la moglie Daniela Di Donna, l’imprenditore Paolo Tonti, gli ex consiglieri comunali Dario Iacovangelo, Antonio Capotosto e l’ex presidente del Consiglio comunale Leonardo Iaccarino. Tra gli altri, il dipendente comunale Giuseppe Melfi, l’imprenditore Francesco Landini, Giada Pirazzini, Donatella Iaccarino, Giuseppe Casparrini e Potito Casparrini. Hanno patteggiato Marianna Tucci (un anno e 3 mesi) e Davide Saurino (un anno). Stralciata la posizione di Michele De Carlo, per lui fascicolo autonomo e giudizio separato. (In foto, Landella, Iaccarino, Di Donna e Capotosto)
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