Si avvicina il verdetto d’appello del processo “Neve di Marzo” a carico del clan Lombardi-Scirpoli-Raduano, in particolare per la frangia viestana dell’organizzazione guidata dal boss Marco Raduano, 40enne detto “Pallone”, latitante da febbraio dopo l’evasione dal carcere di Nuoro. Tra gli imputati figura proprio Raduano, ma anche un altro latitante, il 30enne Gianluigi Troiano detto “Il piccolino”, sparito dai radar a dicembre del 2021. Nella lista anche tre pentiti: Danilo Pietro Della Malva, Orazio Coda e Giovanni Surano.
“Neve di Marzo” si focalizzò in particolare sul traffico di droga nella città del Pizzomunno, senza tralasciare altri reati tra cui armi e furto. Per Raduano sono stati chiesti 6 anni di reclusione, quasi il doppio rispetto ai 3 anni e 4 mesi inflitti in primo grado. Invocati invece 3 anni per Troiano, inizialmente condannato a un anno e 4 mesi. La sentenza è attesa entro fine anno e riguarda 21 imputati per una richiesta complessiva dell’accusa di circa 120 anni di carcere.
Ma questo è soltanto il secondo filone di “Neve di Marzo”. Nel primo, Raduano e Troiano sono stati condannati in via definitiva rispettivamente a 19 e 9 anni. Su Raduano pende anche la richiesta dell’ergastolo in “Omnia Nostra”, maxi processo antimafia a carico del clan garganico. Il problema è che, come detto, il boss è svanito nel nulla da quasi cinque mesi in seguito alla clamorosa fuga da film dal penitenziario di Nuoro.
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