Condanna definitiva per Marco Raduano alias “Pallone” o “Woolrich”, 39enne boss di Vieste (in foto) ed elemento di spicco del clan mafioso garganico Lombardi-Scirpoli. I giudici della Suprema Corte hanno dichiarato inammissibile il suo ricorso confermando la condanna a 19 anni di reclusione per droga. 9 anni e 2 mesi al suo braccio destro, il 29enne Gianluigi Troiano detto “U’ Minorenn”, tuttora latitante, e 3 anni e 4 mesi al padre Luigi Troiano, 60 anni. Per Raduano e Gianluigi Troiano la pesante accusa di traffico di droga aggravato dalla mafiosità e detenzione di ben 152 chili di marijuana.
I due furono arrestati insieme a Liberantonio Azzarone detto “Antony”, nipote di Raduano, condannato in Appello a 13 anni, nell’ambito dell’inchiesta “Neve di Marzo” sfociata in un maxi blitz con numerosi arresti.
Ma i guai giudiziari non finiscono qui: Raduano e Troiano sono a processo per “Omnia Nostra”, processo al clan Lombardi-Scirpoli. Per il boss viestano, oltre all’accusa di mafia, c’è anche quella di aver preso parte all’omicidio di Giuseppe Silvestri, ammazzato a Monte Sant’Angelo il 21 marzo 2017, giornata contro le mafie. Per quell’agguato è stato condannato in primo grado all’ergastolo Matteo “A’ Carpnese” Lombardi, 52enne boss manfredoniano. Secondo alcuni pentiti, Silvestri sarebbe stato ucciso per vendicare la morte di Gianpiero Vescera, cognato di “Pallone”.
Raduano è accusato (con Troiano ed altri) anche di concorso nell’omicidio di Omar Trotta, giovane viestano ucciso nel suo locale a luglio 2017. Infine, sempre il boss viestano è processato per il tentato omicidio di Giovanni Caterino, basista della strage di San Marco in Lamis. Il capoclan è detenuto a Nuoro da circa 5 anni.