Continua lo show del sindaco di Manfredonia Gianni Rotice, ormai affetto da supercazzola cronica. Ad una testata locale ha tentato di replicare ai recenti approfondimenti de l’Immediato sul caso della sua villa abusiva di Siponto. Prima, però, si è lasciato andare ad insulti verso un nostro giornalista: “Mi meraviglio di te che sei diventato ridicolo con questi articoli non veritieri. Ormai avete toccato il fondo”, ha scritto Rotice via WhatsApp. In preda alla confusione ha infine rilasciato un’intervista ad un quotidiano online manfredoniano al quale ha propinato una lunga serie di menzogne, inesattezze e contraddizioni.
Il sindaco ha trasformato un abuso in qualcosa da poter sanare attraverso richieste alla Regione Puglia. Il blitz dei vigili di lunedì scorso – dice – sarebbe partito “di iniziativa” in seguito al caso di Lucia Trigiani, l’assessora ai Lavori Pubblici costretta alle dimissioni dopo essere stata sorpresa in un’abitazione abusiva sempre a Siponto. “La Polizia Locale sta monitorando tutta la zona”, ha affermato Rotice sminuendo il problema.
Inevitabili gli attacchi alla nostra testata. L’imprenditore edile parla di “fuoco nemico” da una certa stampa come se i giornali fossero paragonati alla stregua di un killer e non liberi e tutelati dalla Costituzione al fine di denunciare e controllare il potere costituito. Al contrario saremmo davanti ad un regime. Per lui esiste solo la stampa addomestica? Quella degli amici piegata a determinati interessi?
Ma torniamo all’abusivismo di Siponto. Nel suo Polder, trasformato in villa, è stato cambiato anche il tetto ed è stato creato un muro di cinta con basamenti in cemento oltre ad una serie di manufatti ben lontani dalla legge Mussolini che istituì quelle strutture. Ma per la nuova teoria di Rotice, gli eventuali abusi gli sarebbero stati trasmessi con diritto ereditario dal padre. Quale diritto ereditario contempla che possano trasmettersi le costruzioni abusive? Se afferma che non ci sono abusi allora può approfittare dell’istituto giuridico dell’autodenuncia per fare chiarezza sulla questione. Rotice insiste su dibattiti pubblici e confronti a-tecnici, ma l’unica sede deputata dove dovrebbe recarsi è la Procura della Repubblica di Foggia.
Un’altra domanda sorge spontanea: è opportuno che sia andata la Polizia Locale ad indagare sul proprio sindaco? Intanto, lo stesso Rotice, sempre con le sue riflessioni strampalate, ha inventato una sorta di nuova teoria difensiva, “l’abuso sospeso”. In piena contraddizione con se stesso afferma che sarà la Regione a decidere se i manufatti si possano sanare o demolire. Quindi, tra le righe, conferma lui stesso la presenza di abusi. Poi parla di usi civici, ovvero quel peso che gravita su un terreno tolto il quale il Comune potrebbe vendere l’appezzamento. Ma se c’è l’abuso come si fa a vendere un terreno? Fa confusione (ad arte?) tra Polder, usi civici, vincoli e manufatti realizzati dal padre. Non dimentichiamo che Rotice è anche ingegnere.
Ma la teoria più pittoresca è quella per cui una persona potrebbe fare un abuso in attesa di sanatoria, tenendo la questione in sospeso anche per anni. E tutto questo nonostante il Comune gli abbia già spiegato, nel 2018, che lì c’è un abuso chiaro con diffida a demolire. Fu il dirigente Antonicelli, non di certo l’Immediato, a ricostruire tutta la vicenda in un documento pubblicato dalla nostra testata e che oggi riproponiamo ancora.
Ma Rotice si sente un perseguitato a prescindere e incolpa sempre gli altri. È sempre colpa del bilancio dissestato, della precedente amministrazione o della minoranza. A suo parere l’opposizione sarebbe un inutile spione in seno al Consiglio comunale. Se la prende, infatti, con un consigliere che avrebbe fatto accesso agli atti per saperne di più sui Polder. Durante l’intervista, il sindaco ha detto persino che si tratta di argomenti che dovrebbero avere una certa “privacy” soprattutto dopo lo scioglimento per mafia del 2019. Una frase incomprensibile in pieno delirio di onnipotenza. Ricordiamo, inoltre, che il caso dell’abusivismo a Siponto venne inserito dalla Commissione d’accesso agli atti tra le motivazioni dello scioglimento.
La conclusione dell’intervista – senza alcuna domanda scomoda o documenti alla mano – è ancora più bizzarra e tira fuori il caso dei bagni pubblici. Secondo il sindaco bisogna aumentare il numero di gabinetti in città e si è detto pronto ad intervenire sulla questione. Forse per contenere determinate azioni della sua amministrazione?
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