Il Tribunale di Foggia ha pronunciato le prime condanne a carico di alcuni degli arrestati nell’ambito dell’operazione “verdevino” del Nucleo di polizia economico finanziaria di Foggia che aveva smantellato un gruppo criminale dedito al contrabbando di prodotti petroliferi con base in Orta Nova
In particolare, il 20 marzo scorso, i finanzieri avevano eseguito 13 misure cautelari personali e sequestrato beni mobili ed immobili per oltre 5 milioni di euro in esecuzione di un provvedimento del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Foggia su richiesta della locale Procura della Repubblica, che ha coordinato le complesse ed articolate indagini. Le attività investigative avevano consentito di raccogliere un consistente quadro indiziario circa le presunte attività illecite poste in essere dal gruppo criminoso, dedito alla commercializzazione illecita di gasolio ad uso agricolo sottratto all’accertamento ed al pagamento delle imposte attraverso l’interposizione fittizia di una rete di società cedendo il carburante agevolato a soggetti non autorizzati. In tal modo, secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, oltre 3,2 milioni di litri sarebbero stati “consumati in frode”, ossia immessi sul “mercato nero” dell’autotrazione.
All’esito e con gli sconti di pena concessi dal rito abbreviato, Giovanni Antonio Gaeta è stato condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione, Vincenzo Perrotta a 3 anni e 2 mesi, Claudio De Palma a 1 anno e 4 mesi e Lucia Ludovico a 8 mesi di reclusione. Per gli ultimi due la pena è stata sospesa alle condizioni di legge.
Il procedimento penale prosegue invece per gli altri indagati che non si sono avvalsi della possibilità del giudizio abbreviato, che concede lo sconto di un terzo della pena. Con la sentenza di condanna è stata disposta anche la confisca di beni dei condannati per oltre 1 milione di euro, tra cui diversi automezzi, una barca, conti correnti, titoli e valori finanziari. Va precisato che le persone condannate in primo grado, indipendentemente da questo primo vaglio giudiziario, non possono essere considerate colpevoli fino al definitivo accertamento con sentenza irrevocabile.
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