Tra i quattro sindaci riconfermati all’ultima tornata elettorale, spicca Vincenzo Sarcone che dopo un periodo di commissariamento è tornato alla guida della cittadina subappenninica. L’avvocato ascolano questa volta ha dovuto soffrire fino all’ultimo per avere la meglio sui quattro sfidanti, soprattutto su Donato Ruscigno che per quasi tutto lo spoglio era in vantaggio. Poi la rimonta. “Vero, è stato difficile questa volta vincere. Avevo tutti contro di me, ma ce l’abbiamo fatta ugualmente a dimostrazione che i cittadini di Ascoli non vedevano l’ora di ridarci in mano il paese. Purtroppo abbiamo perso solo tempo, un anno e mezzo di lassismo, senza poter partecipare ai bandi del Pnrr, ben 90 bandi. Recupereremo. Da dove riprenderò? Tappare le tante buche presenti sulle strade cittadine”. Sarcone quando fu eletto sindaco la prima volta era sostenuto dal Pd, oggi invece?
“Il Pd? Ma se è stato l’artefice dello scioglimento del consiglio comunale. Fu il segretario locale dei dem a rassegnare le dimissioni, sfiduciandomi insieme agli altri tre consiglieri che si erano accordati con l’opposizione. E poi sto ancora aspettando le scuse della segreteria provinciale del Pd. Come posso rappresentare il centrosinistra? Oggi mi sento un uomo di centrodestra”.