900 ettari di grani antichi nel cuore del Tavoliere. A Cerignola l’agricoltura innovativa di “Arteagricola”

Dal grano duro Cappelli al grano trenero Solina. E poi lino, segale, orzo, pisello, cece, farro. Il tutto coltivato grazie a tecniche agricole rivoluzionarie e un avveniristico impianto di biogas

La passione per la terra ed il rispetto della tradizione ha indotto la famiglia Borrelli ad investire in agricoltura innovativa. Nel 2007 nel cuore del Tavoliere delle Puglie, in agro di Cerignola, culla del “Senatore Cappelli” nasce l’azienda “Arteagricola”. 900 ettari coltivati a cereali, ma non i soliti, quelli di una volta: dal grano duro Cappelli al grano trenero Solina. E poi lino, segale, orzo, pisello, cece, farro. Il tutto coltivato grazie a tecniche agricole rivoluzionarie e un avveniristico impianto di biogas a nullo impatto ambientale. Dal seme alla pasta, unica per profumi e proprietà nutrizionali. Massimo Borrelli è l’amministratore delegato di Arteagricola che ci accompagna nei suoi campi per raccontarci come nasce la pasta di grani antichi. “Coltiviamo a Cerignola, produciamo a Candela dove oggi abbiamo il molino e il pastificio. La nostra è un’azienda specializzata nella produzione di pasta e farine di grani antichi. È integralmente autosufficiente sia dal punto di vista energetico, sia nella produzione delle materie prime e della loro trasformazione. L’altra novità importante è rappresentata dall’impianto a biogas che produce energia dalla frammentazione batterica in assenza di ossigeno di residui organici vegetali o animali: le erbe spontanee e gli scarti della lavorazione agricola alimentano gli impianti che a sua volta produce materiale organico dall’alto potere fertilizzante che alimenta i terreni”.

Per produrre pasta di qualità Arteagricola non ha trascurato alcun particolare. “Poiché la pasta si produce con grano e acqua, abbiamo scelto di posizionare il nostro pastificio a Candela sui Monti Dauni, e utilizziamo l’acqua prelevata direttamente dagli Appennini. E poi trafile in bronzo ed essiccazione lenta a temperature bassissime, per conferire alla pasta una perfetta e gradevole porosità che garantisca la sensazione di un sapore antico, ormai dimenticato. La nostra pasta – aggiunge Borrelli – è un libro aperto, condiviso grazie a un QR Code a corredo di ogni pacco di pasta grazie al quale è possibile sapere  dove e quando sono stati messi a dimora i grani, la storia del seme, fino alle analisi multi residuali e nutrizionali estese a ogni singola fase di lavorazione, in totale trasparenza, molto di più della semplice tracciabilità”.



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