Dal Gargano alla Bocconi di Milano che ha deciso di studiare il “Modello Gegè”. Lo chef Gegè Mangano al centro di un progetto sui principi manageriali adottati nell’alta cucina, al corso di Innovation Management and Strategy del prof Gambardella Master of Science EMIT (Economics and Management of Innovation and Technology). La Bocconi lo ha definito un imprenditore-creativo: il suo talento fuori dal comune diviene il marchio di fabbrica per creazioni straordinarie, capaci di raccogliere sia il favore della critica che quello della clientela. L’alta cucina è uno dei settori in cui la sovrapposizione tra la storia di un’impresa e quella – personale e professionale – dell’imprenditore creativo è più forte. La reputazione di un ristorante è il riflesso di quella del suo chef.
Gegè Mangano, talentuoso chef e imprenditore, dal 1997 titolare del ristorante Li jalantuumene di Monte Sant’Angelo, è orgoglioso di essere stato scelto come caso di studio. “Hanno studiato il mio caso, chiamandolo modello Gegè, per capire i motivi che mi hanno indotto ad aprire un ristorante a Monte Sant’Angelo e non a Vieste o a San Giovanni Rotondo dove le presenze turistiche sono notevolmente maggiori. Alla Bocconi la chiamano strategia di mercato, da noi si potrebbe chiamare che si deve fare per campare. Pensate il prof. Gambardella che ha sviluppato lo studio ha creato una formula discussa in un convegno a New York. E anche una ragazza di Lecce ha scritto una tesi scritta in inglese sul caso Gegè, paragonandomi alla Luxottica. Per me, che ho anche tenuto una lezione alla Bocconi, è stata una emozione unica. La dimostrazione che anche in un territorio difficile come il nostro si possono realizzare buone pratiche”.