Commissariata la “Tre Fiammelle” di Foggia. Dopo l’interdittiva antimafia a carico dell’imprenditore Michele D’Alba – che a l’Immediato ha annunciato ricorso al Tar -, il prefetto Maurizio Valiante ha proceduto alla nomina di tre commissari, si tratta dei commercialisti Fabio Diomede e Marcello Danisi e dell’avvocato Massimo Melpignano. L’obiettivo è garantire la prosecuzione delle attività in settori nevralgici dei Comuni dove “Tre Fiammelle” possiede appalti: si parla infatti di pulizia di strutture pubbliche, ma anche di verde, illuminazione e impianti termici. La società conta oltre 250 dipendenti ai quali va garantita la salvaguardia occupazionale.
Nel frattempo, i riflettori potrebbero spostarsi su “San Giovanni di Dio” e “Lavit spa”, aziende riconducibili al genero e al figlio di D’Alba, entrambi intercettati con l’imprenditore nella sala d’aspetto della Questura di Foggia quando i tre avrebbero stretto un “patto di non parlare” fornendo agli investigatori una denuncia superficiale sulle minacce della mafia foggiana. Una vicenda narrata dal prefetto nelle 18 pagine dell’interdittiva nella quale Valiante evidenzia la “contiguità soggiacente che rasenta la contiguità compiacente” di D’Alba con ambienti della criminalità.
Nei giorni scorsi, intanto, il Policlinico Riuniti di Foggia ha inviato una segnalazione al prefetto per fare luce sui mega appalti in capo a “San Giovanni di Dio” – che in realtà lavora con le Asl – e “Lavit”, quest’ultima vincitrice nel 2020 di una gara gestita da “Innovapuglia”, società della Regione che assegnò all’azienda di D’Alba i servizi di lavanolo nelle aziende sanitarie e negli Irccs pugliesi. La “San Giovanni di Dio”, invece, gestisce Rsa ed Rssa in provincia di Foggia, nel Barese e nel Brindisino ma è attiva anche in altri settori. Le due realtà imprenditoriali hanno appalti per circa 300 milioni di euro.