Operazione “Brother” nel Foggiano. I carabinieri della Compagnia di San Severo, supportati da reparti dell’organizzazione mobile e speciale dell’Arma dei Carabinieri e con l’ausilio di due unità cinofile, hanno dato esecuzione, a San Severo e Lucera ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Foggia, su proposta della Procura della Repubblica, nei confronti di 4 persone, di cui 3 colpite dalla misura della custodia cautelare in carcere e una agli arresti domiciliari, indagate, ognuna a vario titolo, per detenzione e cessione di sostanze stupefacenti continuata e in concorso, reati commessi nel periodo compreso tra maggio 2022 e settembre 2022 nel territorio di San Severo. Si tratta di Gerardo Mitolo, di 31 anni, Antonio Di Stefano, di 27, e Giuseppe La Donna, di 26, tutti di San Severo; ai domiciliari, invece, Vito Di Caterina, 30enne di Lucera.
Le indagini, dirette dalla procura e condotte dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di San Severo, hanno avuto inizio a marzo 2022 e hanno fatto ricorso, oltre che all’utilizzo di attività tecniche di intercettazione e videoripresa, al vasto patrimonio di informazioni acquisite sul territorio dai militari dell’Arma.
Peculiare il linguaggio utilizzato dagli indagati. Il termine ricorrente (da cui ha preso nome l’operazione), in linea con lo slang giovanile, è l’appellativo “brother” o “bro”, utilizzato dagli indagati nelle comunicazioni interpersonali.
Nel corso dell’intera attività investigativa sono stati inoltre operati 3 arresti in flagranza, segnalate 3 persone alla locale Prefettura quali assuntori ex art. 75 D.P.R. 309/1990 e sequestrati 30 grammi di cocaina, 300 grammi di marijuana e 300 grammi di hashish.
“Il procedimento – riportano i carabinieri in una nota stampa – si trova nella fase delle indagini preliminari; dunque si precisa che, al momento, a carico degli indagati arrestati sono stati acquisiti unicamente indizi di colpevolezza, ritenuti dal gip di tale gravità da legittimare l’applicazione delle misure cautelari eseguite. Si intende quindi affermare infatti come gli indagati non vadano considerati colpevoli fino alla condanna definitiva”.