Lo studente diciassettenne accusato dell’omicidio di Nicola Di Rienzo avrebbe partecipato il 12 settembre 2020 alla rapina in una tabaccheria di via Salvemini, e uno dei presunti complici sarebbe un altro minore condannato in primo e secondo grado a 16 anni per l’omicidio di Francesco Traiano, titolare del bar-tabaccheria “Gocce di caffè” di via Guido Dorso accoltellato all’occhio il 17 settembre 2020 durante un colpo a mano armata, morto in ospedale il 9 ottobre successivo, vicenda per la quale ci sono stati 5 arresti della squadra mobile e altrettante condanne. Questo non significa – bene chiarirlo – che il diciassettenne sia stato mai sospettato di un coinvolgimento nell’omicidio Traiano al quale è estraneo, ma c’è questo punto di contatto nelle inchieste sui due omicidi.
Alle 19.30 del 12 settembre 2020 nella rivendita di tabacchi di via Salvemini irruppero 3 persone a volto coperto, armate di pistola che si impossessarono del registratore di cassa e biglietti del “gratta e vinci”, fuggendo su un’auto guidata da un quarto complice. Stesse modalità della sanguinosa rapina di 5 giorni dopo nel bar-tabaccheria di Traiano: un’auto rubata si fermò davanti al locale, il conducente rimase alla guida, 3 complici incappucciati e con un coltello entrarono, aggredirono brutalmente il commerciante, portando via 100 euro e “gratta e vinci”.
Del presunto coinvolgimento del diciassettenne accusato dell’omicidio Di Rienzo nella rapina di via Salvemini ha parlato il gip Patrizia Famà nel provvedimento con cui il 30 novembre ha convalidato il fermo. Il giudice ha annotato che il ragazzo è stato denunciato tre volte per rapina, tra cui quella del 12 settembre 2020; e rimarcato come “la carriera criminale del minore, indagato non per semplici reati predatori ma ben tre rapine anche aggravate e porto illegale di arma, va riferita almeno a due anni fa; quindi prima dei reati (scippi) che gli sarebbero stati commissionati da Di Rienzo alcuni mesi fa”.
Dagli atti del processo Traiano emerge che i due giovanissimi foggiani si conoscono. Il Gip nell’ordinanza del 25 febbraio 2021 con cui ordinò l’arresto dell’assassino di Traiano (è lo stesso giudice della convalida del fermo del diciassettenne) scrisse: “L’indagato risulta coinvolto nella commissione di analoga rapina commessa il 12 settembre 2020, cinque giorni prima dell’omicidio Traiano”. Qualche ora prima del raid nella tabaccheria di via Salvemini, l’assassino di Traiano e il ragazzo accusato del delitto Di Rienzo si scambiarono messaggi tramite Whatsapp: “Da questa conversazione – aggiunse il gip – emerge la fase immediatamente precedente la pianificazione del colpo”, di cui sono sospettati i due giovanissimi foggiani, tant’è che il giudice riferendosi allo studente ora rinchiuso al Fornelli, lo indicò come “altro concorrente nella rapina del 12 settembre”. Fu lo studente – ricostruì l’accusa – a chiamare l’amico per fissare un incontro per la mattina dopo. Il condannato per l’omicidio Traiano chiese: “Sono soldi?”; lo studente rispose: “Mi servono, devo dare 400 euro a uno entro 5 giorni”. (fonte gazzettadelmezzogiorno.it)