Si accende il processo “Omnia Nostra” al clan della mafia garganica Lombardi-Ricucci-La Torre. 45 imputati alla sbarra nell’aula bunker di Bitonto. Nelle scorse ore hanno discusso il pm, le parti civili e alcuni avvocati difensori che hanno chiesto il non luogo a procedere. Altri legali saranno sentiti tra il 21 e il 23 novembre. Successivamente il giudice acquisirà le richieste di coloro che vorranno optare per il rito abbreviato, ammettendo o meno la richiesta per poi fissare l’udienza per la discussione in merito.
Intanto, c’è già una grande novità: non sono state accolte le istanze dei difensori di Michele Lombardi detto “U’ Cumbarill”, 31enne figlio del boss Matteo e di Leonardo D’Ercole, 50 anni, presunto esponente di spicco del clan nell’area di Macchia, frazione di Monte Sant’Angelo. Per un difetto di notifica evidenziato dai legali Arena e D’Ambrosio nella scorsa udienza, i due imputati potevano essere scarcerati ma così non sarà. Nonostante l’assenza delle notifiche relative all’avviso di conclusione indagini e conseguente rinvio a giudizio, i due imputati dovranno restare in cella, il primo a Benevento, il secondo a Poggioreale. Il giudice ha basato la sua decisione su una sostanziale conoscenza degli atti da parte degli avvocati in quanto già difensori di altri imputati. In ogni caso, i legali porteranno avanti l’eccezione fino alla Cassazione se sarà necessario.
Stamattina è andato in scena anche un interrogatorio: è stato sentito Bruno Renzulli, 64enne manfredoniano. L’uomo ha rilasciato alcune dichiarazioni affermando, in buona sostanza, di non avere nulla a che fare con il clan in questione.
Prossimo appuntamento in aula il 21 novembre, poi il 23. Salvo sorprese, i maggiori imputati tra cui il boss 52enne Matteo Lombardi detto “A’ Carpnese”, il figlio Michele, Francesco Scirpoli detto “Il lungo”, Pietro La Torre alias “U’ Muntaner” e Marco Raduano detto “Pallone” opteranno per il rito abbreviato. Stesso discorso per quasi la metà degli imputati. Il processo potrebbe dunque spaccarsi in due.
Secondo l’impianto accusatorio, il clan sarebbe attivo almeno dal 2008 tra Manfredonia, Macchia, Mattinata e Vieste: associazione mafiosa, omicidi, tentati omicidi, droga ed estorsioni tra i reati contestati.
Si sono costituiti parte civile i Comuni di Vieste, Mattinata, Monte Sant’Angelo e Manfredonia oltre a Camera di Commercio Foggia, Fai nazionale e Fai di Vieste.
Tra gli imputati figurano anche i pentiti Danilo Della Malva “U’ Meticcio”, Giovanni Surano, Antonio La Selva “Tarzan”, i fratelli Antonio e Andrea Quitadamo detti “Baffino” e un consigliere comunale di Manfredonia, Adriano Carbone. (In alto, in foto, Matteo Lombardi, il figlio Michele e Leo D’Ercole; sullo sfondo, un’immagine tratta dal video del blitz)
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