“Dinanzi a tragedie di questo genere evitate chiacchiere. Le ho vissute sulla mia pelle. Una procura chiacchierona. Prima di rilasciare dichiarazioni pensate al dolore delle persone, delle famiglie. Pensate che lì ci potevano essere i Vostri figli. Date risposte concrete. Date fiducia ad una Città che di Voi, giustamente, non si fida”. Questo il post, poi rimosso, dell’avvocato foggiano Mario Aiezza.
Le dure parole del legale hanno provocato la reazione dell’associazione nazionale magistrati che alla stampa ha inviato una nota: “L’associazione nazionale magistrati, Sezione di Bari e sottosezione di Foggia – si legge -, esprime la propria solidarietà ai magistrati della Procura di Foggia in relazione ai commenti pubblicati dall’avvocato Mario Aiezza, sul social network Facebook, a seguito del tragico incidente aereo che è costato la vita a sette persone che viaggiavano su un elicottero diretto al capoluogo dauno dalle Isole Tremiti. L’associazione nazionale magistrati esprime assoluta vicinanza all’ufficio di Procura, il cui continuo impegno nello svolgimento della funzione giurisdizionale è sotto gli occhi di tutti, e stigmatizza le affermazioni dell’avvocato Aiezza che appaiono non solo offensive nei confronti di magistrati quotidianamente impegnati nello svolgimento della funzione, ma anche poco rispettose della immane tragedia che ha colpito le famiglie delle vittime, alle quali tutta la popolazione pugliese è vicina”.
A parere dell’Anm “le esternazioni contro l’Ufficio requirente foggiano, anche per il tramite di un commento sulla pagina FB di una testata locale, appaiono di particolare gravità proprio perché provenienti da un avvocato del Foro di Foggia, dal quale ci si attende rapporti ‘improntati a dignità e a reciproco rispetto’, come prevede il codice deontologico forense. L’associazione nazionale magistrati valuta in maniera decisamente negativa la scelta dell’avvocato Aiezza, presidente della sezione foggiana dell’AIGA, di evocare una presunta sfiducia da parte della cittadinanza nei confronti della procura di Foggia, affermazione questa apodittica e di portata tale da ingenerare il convincimento di un isolamento dei magistrati di un ufficio impegnato su un territorio sempre più segnato da una grave emergenza criminale”.
E ancora: “Evocare una presunta sfiducia da parte della collettività verso l’operato dell’autorità giudiziaria, tanto più in un caso in cui tale operato è appena stato avviato con il massimo e dovuto investimento di risorse e nel pieno rispetto delle regole procedurali, contribuisce a segnare una dannosa distanza tra cittadinanza e servizio giustizia di cui il territorio foggiano non ha certamente bisogno e che è contraria alla realtà; la magistratura continuerà a lavorare senza seguire le logiche del clamore mediatico, che spesso possono avere conseguenze negative non solo sulle indagini ma anche sulla vita personale degli indagati e spesso e dolorosamente anche sulla vita delle persone offese. Come già osservato in passato, è opportuno che la libertà di critica si basi sulla completezza delle notizie e soprattutto sulla loro verità. L’Anm dunque – conclude la nota – esprime ferma vicinanza e solidarietà ai magistrati della procura di Foggia”. Aiezza si è poi pentito per il post: “Chiedo scusa, ho sbagliato – ha riferito l’avvocato -. Sono stato vittima delle mie fragilità. Sono sinceramente dispiaciuto”.