Sarebbero andati a Cesinali, nell’Avellinese, per rubare un’auto. È quanto avrebbe detto al gip del tribunale del posto il 56enne di Bitonto Giuseppe Valentini, uno degli arrestati la sera del 13 ottobre scorso in seguito a uno scontro a fuoco avuto con la polizia della squadra mobile di Foggia e del capoluogo irpino. Lo riporta Trm. Secondo gli inquirenti, invece, i rapinatori si trovavano in Campania perché stavano pianificando l’assalto ad un portavalori dell’istituto di vigilanza Cosmopol.
Ascoltati anche gli altri arrestati, il 37enne di Bitonto Vincenzo Montereali, il 34enne di Grumo Appula Valentino Capocchiano e il 53enne di Foggia Savino Ariostini detto “Nino 55” (in foto). Quest’ultimo è stato fermato il giorno dopo la sparatoria mentre cercava di fuggire salendo a bordo di un autobus. L’uomo, appartenente alla batteria mafiosa Moretti-Pellegrino-Lanza, era latitante da circa due anni. Sfuggì alla cattura di “Decimabis”, maxi operazione di fine 2020 contro la criminalità organizzata di Foggia ed è tuttora sotto processo con il rito ordinario. Altri imputati sono stati condannati proprio ieri a Bari.
Durante la sparatoria con la polizia ha perso la vita un membro della banda, il 31enne di Molfetta, ma residente a Cerignola, Giovanni Rinaldi. Per questo sono indagati per omicidio colposo cinque agenti di polizia, tre dei quali della squadra mobile di Foggia. Un “atto dovuto” per fare luce sulla vicenda. La questione ha sollevato molte polemiche e la dura presa di posizione del Sap, sindacato autonomo di polizia. “Indagati perché ci sparano addosso”, ha affermato con rabbia il segretario generale Stefano Paoloni.
Nel frattempo il gip ha convalidato la misura cautelare della detenzione in carcere per i quattro, con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, detenzione illecita di arma da fuoco, furto di autovetture e tentato omicidio. Nei suv sarebbero stati recuperati kalashnikov, munizioni, vernice e granate.
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