Un intenso via vai di droga tra San Severo e il Molise. Questo emerge dalle quasi 500 pagine dell’ordinanza cautelare “White Beach” della gip Roberta D’Onofrio del Tribunale di Campobasso. L’operazione dei carabinieri ha sgominato un gruppo di circa 30 persone capeggiato da Lorenzo Russi, un 44enne di San Severo. Nelle carte si legge che sarebbe stato lui ad aver “costituito, organizzato e promosso un’associazione per delinquere, finalizzata a commettere più delitti di vendita, offerta, cessione, detenzione a fini di spaccio e consegna a terzi di sostanza stupefacente del tipo cocaina, marijuana e hashish destinata alla commercializzazione nel territorio della provincia di Campobasso”. Meta privilegiata Campomarino Lido ma anche Termoli, Guglionesi e Sant’Elia a Pianisi, tutte piazze di spaccio ghiotte per l’organizzazione di narcotrafficanti.
Il gruppo “ha commerciato in sostanze stupefacenti a Campomarino Lido – si legge in ordinanza -, presso l’appartamento di residenza di Russi in via delle Gardenie, sede dell’associazione per delinquere”. Altri centri nevralgici dell’attività illecita sarebbero stati “l’abitazione di Leonardo Stalla, l’abitazione di famiglia di Vincenzo De Chiara a Sant’Elia a Pianisi e il Bar “Honky Tonk” di Guglionesi gestito da Gianfranco Ludovico e Antonella Leone, immobili adibiti a punto di vendita al dettaglio in favore di acquirenti per mezzo di una rete di spacciatori diffusa tra Campomarino, Guglionesi, Termoli e Sant’Elia a Pianisi”.
Come detto, a capo c’era Russi, ritenuto dall’accusa “promotore, dirigente, organizzatore e finanziatore” dell’associazione criminale. Gli inquirenti parlano di “una struttura organizzata facente capo al sanseverese” sostenuto, fra gli altri, “da Marianna De Chiara e Maria Lucia Cutillo, rispettivamente moglie e suocera del Russi, Leonardo Stalla custode della droga e spacciatore al dettaglio e Giuseppe Antonio Merlo figliastro della De Chiara”.
E i fornitori? La droga arrivava da San Severo, sempre più al centro dei traffici in provincia di Foggia. Russi avrebbe acquistato “roba” con cadenza mediamente quindicinale (cocaina e hashish) da Giuseppe Vistola detto “Fafum”, 43 anni, elemento di spicco della malavita sanseverese. Proprio dalla “città dei campanili” sarebbero giunti in Molise fiumi di stupefacenti per un giro d’affari intorno ai 6mila euro al giorno. Vistola avrebbe fatto recapitare “forniture da circa 600 grammi di cocaina alla volta fino al novembre 2020 – riporta ancora l’ordinanza cautelare – e, dopo questa data, 100 grammi con cadenza settimanale. Occasionalmente anche hashish in quantitativi di circa 100 grammi per volta, forniture fatte pervenire ordinariamente tramite il corriere Antonio Carano e, alcune volte grazie a Carmine Michele Della Fazia“, entrambi sanseveresi doc e residenti in zone calde dello spaccio come via Mario Carli e il quartiere San Bernardino.
Tra i presunti corrieri anche Leo Montagna, 40enne nato a Termoli ma residente a Campomarino. Secondo l’accusa era “il braccio destro di Russi eseguendo le direttive del capo e dimostrando di avere la sua piena fiducia”. Nell’ambito dell’inchiesta, Leo Montagna fu pizzicato dalle forze dell’ordine con 110 grammi di cocaina e 100 di hashish.
Il narcotraffico sarebbe andato avanti almeno fino al mese di settembre 2021 ma i carabinieri, nel frattempo, avevano acceso i riflettori sui maggiori sospettati grazie ad un’altra indagine che, tempo prima, mise in risalto i rapporti tra persone di San Severo e l’area di Campomarino, vero e proprio “snodo delle attività di spaccio”.
Chi non pagava veniva minacciato pesantemente: dalle intercettazioni sono emerse intimidazioni nei confronti di persone “insolventi per debiti contratti con il sodalizio capeggiato da Russi. Partite di sostanza stupefacente ritirate e non pagate”. Così Russi in una conversazione captata: “Se ti devo spaccare il muso io, dimmelo, perché la prossima volta come ti vedo ti schiaffo sotto con la macchina!”.
All’operazione “White Beach” hanno preso parte circa 200 militari dell’Arma dei Carabinieri dei comandi provinciali di Campobasso e Foggia, coadiuvati nell’esecuzione di 18 misure cautelari e 41 perquisizioni, di 10 unità cinofile della Legione Carabinieri Abruzzo e Molise, Puglia e Campania e 2 unità cinofile della Guardia di Finanza di Campobasso. Le indagini non sono ancora finite.
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