Restano critiche le condizioni di Giuseppe Russo (foto sopra), 42enne di Cerignola trovato ieri sera riverso a terra in vico I Addolorata. L’uomo è stato raggiunto da colpi d’arma da fuoco alla spalla, all’avambraccio sinistro e al torace. Ora è ricoverato in prognosi riservata al Tatarella. Nella ricostruzione degli investigatori è emerso che Russo sarebbe stato colpito dai sicari in via Chiomenti, a poche centinaia di metri dal luogo del ritrovamento. Era cosciente ma avrebbe preferito non fornire alcuna collaborazione. Stando alle immagini della videosorveglianza, due persone in sella ad una moto e con il volto coperto dal casco integrale avrebbero raggiunto il 42enne esplodendo colpi di revolver.
La vittima è nota agli inquirenti, condannata nel 2003 a 17 anni di carcere per l’omicidio del 27enne Matteo Fratepietro. Russo era tornato in libertà da circa 3 anni, scontando poco meno della pena inflittagli dalla Corte d’Assise d’Appello di Bari. Mai chiariti del tutto i motivi dell’uccisione di Fratepietro, forse ammazzato per gelosia la mattina del 15 novembre del 2000 in via Chiomenti, stranamente la stessa strada dove Russo è stato ferito ieri.
Il 25 settembre 2002, in primo grado, l’imputato fu condannato dal Tribunale di Foggia a 26 anni e 7 mesi per omicidio aggravato dai futili motivi con l’esclusione della premeditazione. Contro quella sentenza ci fu il ricorso del pm che aveva chiesto la condanna all’ergastolo ritenendo sussistente anche la premeditazione. La Procura generale fu di diverso avviso: rinunciò alla premeditazione patteggiando la pena di 17 anni.
L’inchiesta vedeva imputata anche l’ex fidanzata del killer. La giovane, all’epoca 20enne, fu inizialmente condannata a 16 anni di carcere mentre in appello venne assolta dall’accusa di concorso in omicidio aggravato e condannata ad un anno e 10 mesi per concorso con Russo nel solo reato di porto e detenzione illegale dell’arma del delitto, una pistola.
L’omicidio di Fratepietro avvenne alle 11 di mattina del 15 novembre davanti ad un negozio. Russo attese che il giovane uscisse dall’attività commerciale per sparargli due volte con una pistola: a pochi metri di distanza la fidanzata insieme alla quale scappò. I due raggiunsero in treno Torino e furono catturati due giorni dopo il delitto dagli agenti della squadra mobile che sequestrarono l’arma. S’ipotizzò la pista passionale e la gelosia, ma Fratepietro non aveva mai infastidito o avvicinato la ragazza che pure escludeva la circostanza. Russo pur ammettendo d’aver sparato al concittadino raccontò che non aveva dissapori con la vittima. Il reale movente non è mai emerso. C’è un omicidio di 22 anni fa dietro l’agguato di ieri in via Chiomenti? Indagini sono in corso anche per dare questa risposta. (In alto, il luogo dell’agguato di ieri, foto Maizzi da gazzettadelmezzogiorno.it)
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