
Si avvia rapidamente alla conclusione il maxi processo “Decimabis” alla mafia foggiana. Oggi nell’aula bunker di Bitonto, la discussione della pm della Dda Bruna Manganelli che ha focalizzato l’attenzione sulla posizione del neo pentito Patrizio Villani, originario di San Marco in Lamis, killer della batteria Sinesi-Francavilla, già condannato in via definitiva a 30 anni per l’omicidio Tizzano nel bar H24 di Foggia, un fatto di sangue risalente ad ottobre 2016. Manganelli ha ribadito il contenuto accusatorio delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia nei confronti dei vari imputati del processo e, sulla base dell’aiuto che Villani ha fornito agli inquirenti, ha chiesto una pena minima, due anni e 8 mesi di reclusione con attenuanti generiche e l’attenuante della collaborazione rispetto ai 10 anni invocati in prima battuta. Confermate in toto le richieste di condanna per tutti gli altri. Villani è a processo per il tentato omicidio dei fratelli Trisciuoglio, vicenda ricostruita dettagliatamente nelle carte dell’inchiesta.
Sempre oggi sono iniziate le arringhe della difesa, tra i primi a parlare i legali di Ernesto Gatta, Giovanni Rollo e dei fratelli Antonello e Gioacchino Frascolla. I difensori hanno chiesto l’assoluzione per alcuni capi d’accusa e il minimo della pena per altri. Inoltre, secondo gli avvocati non ci sarebbero elementi sufficienti per contestare l’associazione mafiosa ai propri assistiti. Riguardo alle intercettazioni – sempre a parere del collegio difensivo -, non sarebbe chiara l’interpretazione della pubblica accusa su alcune conversazioni. Prossime udienze già nei prossimi giorni e a settembre con le discussioni dei difensori degli imputati restanti. Poi le repliche di procura e parti civili. Sentenza prevista tra ottobre e novembre.
Invocati oltre 260 anni di carcere
Lo scorso febbraio, la magistrata della Dda aveva chiesto pene oscillanti tra 2 e 17 anni di reclusione per capiclan e picciotti della “Società Foggiana” per un totale di oltre 260 anni di carcere complessivi. Richieste più elevate per i capi: 17 anni e 4 mesi a Federico Trisciuoglio e 16 anni a Pasquale Moretti. 12 anni, invece, al figlio Rocco Moretti junior.
E ancora, 12 anni e 12mila euro di multa ad Alessandro Aprile detto “Schiattamurt”; 10 anni e 8 mesi a Michele Cannone; 2 anni e 600 euro di multa ad Alfonso Capotosto; 9 anni e 4 mesi ad Aldo Checchia; 11 anni e 4 mesi a Marco Consalvo; 6 anni e 2 mesi e 6mila euro di multa a Emilio D’Amato; 10 anni e 4 mesi a Tommaso D’Angelo; 3 anni e 4 mesi a Giuseppe Folliero; 10 anni e 8 mesi ad Antonello Frascolla; 11 anni e 4 mesi a Gioacchino Frascolla; 5 anni e 4500 euro di multa a Ernesto Gatta; 6 anni e 6mila euro di multa a Domenico La Gatta; 10 anni e 8 mesi ad Antonio Miranda; 4 anni e 4 mesi e 2mila euro di multa ad Ivan Narciso; 10 anni e 8 mesi a Benito Palumbo; 6 anni e 6mila euro di multa a Raffaele Palumbo; 5 anni e 6mila euro di multa a Massimo Perdonò detto “Massimino”; 8 anni e 6mila euro di multa a Francesco Pesante detto “U’ Sgarr”; 10 anni e 8 mesi a Sergio Ragno; 12 anni a Giovanni Rollo; 6 anni e 9mila euro di multa ad Antonio Salvatore detto “Lascia Lascia”; 12 anni e 9mila euro di multa a Francesco Tizzano; 14 anni a Nicola Valletta; 12 anni e 9 mesi ad Antonio Verderosa; 3 anni a Carlo Verderosa. Le richieste tengono conto della riduzione di un terzo della pena prevista per l’abbreviato, rito scelto dai 29 imputati. Altri 13 sono invece a processo nel Tribunale di Foggia.
In “Decimabis” sono coinvolti pezzi da Novanta dei gruppi criminali Trisciuoglio-Tolonese, Sinesi-Francavilla e Moretti-Pellegrino-Lanza e i vertici della cosca scissionista dei Frascolla, legata ai Sinesi. Tra gli imputati spiccano i boss Pasquale Moretti detto “Il porchetto” e Federico Trisciuoglio alias “Enrichetto lo Zoppo” o “Polpetta”, entrambi al 41bis da alcune settimane.
Tra i reati contestati, l’estorsione e la tentata estorsione a imprenditori e commercianti della città, il tentato omicidio, l’usura, la turbativa d’asta e, soprattutto, l’associazione mafiosa. Nell’inchiesta figurano, oltre a Villani, i pentiti, Alfonso Capotosto e Carlo Verderosa, ex membri della batteria Moretti-Pellegrino-Lanza. Anche Aldo Checchia, uomo del capomafia Trisciuoglio, ha mostrato pentimento durante un’udienza del processo, ammettendo di aver sbagliato e dicendosi pronto a cambiare vita.
Tra le parti civili alcune vittime che ebbero il coraggio di denunciare i propri aguzzini, le associazioni Confindustria Foggia, Confindustria Puglia, la Fondazione Buon Samaritano, l’Antiracket, la Camera di Commercio Foggia e Libera. (In alto, Trisciuoglio, P.Moretti e R.Moretti jr; al centro, Bruna Manganelli; a destra, Villani)
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