Parola fine per il processo a Francesco Sinesi e Cosimo Damiano Sinesi, figlio e nipote del boss Roberto Sinesi, capo della batteria omonima. La Cassazione ha confermato 20 anni di carcere a testa per i due imputati, accusati di essere i mandanti dell’omicidio del 29 ottobre 2016 nel bar H24 di via San Severo dove venne ucciso il 21enne Roberto Tizzano e ferito il coetaneo Roberto Bruno. In particolare, Francesco Sinesi era accusato di aver ordinato l’agguato mentre il cugino avrebbe indicato ai killer gli obiettivi da eliminare.
I giudici hanno dunque respinto il ricorso delle difese contro la sentenza della Corte d’Appello del 2020. Confermata, inoltre, la condanna a 30 anni per Patrizio Villani, killer di San Marco in Lamis, al soldo della batteria Sinesi-Francavilla, ritenuto tra gli esecutori materiali del fatto di sangue.
L’agguato di mafia fu organizzato ed eseguito per vendicare il tentato omicidio di Roberto Sinesi del 6 settembre precedente, mentre il boss percorreva il rione Candelaro in compagnia della figlia e del nipotino, anche quest’ultimo ferito dal commando.
Pochi giorni fa, un nuovo agguato, stavolta a Nettuno in provincia di Roma dove due sicari hanno ferito gravemente Antonello Francavilla, genero di Roberto Sinesi, e suo figlio 16enne, fratello maggiore del bambino colpito a Candelaro. La guerra tra batterie sembra non finire mai, nemmeno oggi che i maggiori boss sono in cella. Roberto Sinesi si trova a Rebibbia, il figlio Francesco a Terni, il capomafia rivale Rocco Moretti a L’Aquila. Tutti al 41bis, carcere duro.