Può allargarsi l’inchiesta che coinvolge l’ex capo della Protezione civile in Puglia, Antonio Mario Lerario. Occhi puntati su altri filoni investigativi, come quello sull’ospedale Covid alla Fiera del Levante, con le perquisizioni anche al funzionario regionale Antonio Mercurio e agli imprenditori Luca Leccese di Foggia, Donato Mottola di Noci, Antonio Illuzzi di Giovinazzo, Domenico Tancredi di Altamura, Francesco Girardi di Acquaviva e Sigismondo Zema di Bari. Leccese e Mottola sono ai domiciliari, il primo filmato mentre consegnava una busta con 10mila euro nell’auto di Lerario.
I due, insieme a funzionari e altri imprenditori citati, ritornano spesso in molte gare gestite nel periodo pandemico dalla Protezione civile e, prima ancora, in assegnazioni dirette disposte dal settore guidato da Lerario. La Procura di Bari – riporta Repubblica Bari – ipotizza che possano essere stati favoriti, in cambio di denaro o altre utilità versati al dirigente. E che questo scambio di favori potrebbe essere avvenuto anche nel caso del noto teatro Kursaal di Bari.
I lavori di restauro conservativo e adeguamento impiantistico – si legge sulla testata barese – sono iniziati nell’agosto 2019, “in via d’urgenza” recita l’atto di avvio, dopo essere stati aggiudicati – tramite il sistema dell’offerta economicamente più vantaggiosa – a un raggruppamento di imprese capeggiato dalla Cobar di Altamura, la stessa che ha realizzato l’ospedale in Fiera (anch’esso con l’urgenza, in quel caso prevista dall’emergenza sanitaria in corso). Tra le ditte che hanno partecipato al restauro c’è anche quella di Domenico Tancredi, uno dei sei imprenditori perquisiti il 24 dicembre.
A monte della gara principale e di tutti gli atti da essa discendenti, comprese perizie di varianti e ordini di servizio aggiuntivi, c’è stata una volontà politica della giunta regionale pugliese – ricorda Repubblica Bari -, che nel 2018 ha dichiarato l’intervento di valorizzazione e restauro del Kursaal “di interesse strategico per la Regione Puglia”, demandando alle strutture la predisposizione “con ogni consentita urgenza” di tutto quanto funzionale e necessario per la restituzione del bene alla fruizione pubblica. Il restauro del teatro è stato in tal modo sottratto alle procedure ordinarie, con una scelta che all’epoca sembrò strana a più d’un osservatore, considerato che l’immobile non era in una situazione di insicurezza tale da determinare un pericolo né la città di Bari era priva di teatri da sollecitare l’urgente restauro del Kursaal.