Estorsioni, tangenti e molto altro nelle carte degli investigatori sulle recenti inchieste di Foggia. Intrecci politica-imprenditoria-criminalità emergono dai fiumi di intercettazioni e interrogatori. Spicca, su tutte, la figura dell’imprenditore foggiano Michele D’Alba, attivo in numerosi settori, sanità, vitivinicolo, pulizie, comunicazione, verde, sport, energia e quant’altro, citato nella sentenza “Decima Azione”, nell’inchiesta su Leonardo Iaccarino e poi ancora nello scandalo riguardante il presunto giro di mazzette al Comune di Foggia. Fatti di strettissima attualità che mettono al centro i forti interessi su una lottizzazione di viale Pinto, il noto “Accordo di Programma Tonti” sul quale la vecchia amministrazione sciolta per mafia avrebbe spartito mazzette.
La vicenda compare nella trascrizione di un’intercettazione tra l’ex consigliere comunale di maggioranza Bruno Longo e Paolo Agostinacchio, grande vecchio della politica locale. Nelle carte della Direzione Centrale Anticrimine si legge che Bruno Longo riferì “di essere a conoscenza di gravi e recenti fatti di cronaca, oltre che di celati interessi nell’ambito della gestione delle strutture sanitarie esistenti a Foggia”. Si parla ampiamente del maxi progetto edilizio “Tonti” vicino al Policlinico Riuniti (cantiere sotto sequestro) e della “presunta corrispondenza di interessi – scrivono gli investigatori – tra D’Alba e Franco Landella, dal quale sembra che costui possa ricevere, o quantomeno aver ricevuto, dei non meglio specificati vantaggi di natura economica”.
Nella conversazione si fa inoltre riferimento “alle intimidazioni ricevute dall’imprenditore che opera in ambito sanitario Paolo Telesforo ed ai rapporti concorrenziali tra quest’ultimo e lo stesso Michele D’Alba”. Così Longo: “Perché D’Alba insomma corrisponde a lui amorosi sensi, con molto, molto tempi pragmatici e concreti e lui quindi si è dato da fare, ma la mazzata forte è stata l’approvazione un mese fa di una lottizzazione vicino agli Ospedali a favore di D’Alba che ha uno straordinario potere economico, ma sopratutto diciamo da un punto di vista di liquidità che ha acquistato questo programma, e questo programma d’accordo con gli Ospedali Riuniti farà delle strutture parallele ed omologhe a quelle di Paolo Telesforo (cliniche private ambito sanitario, ndr), che anzi hanno più possibilità di trovare mercato perché si trovano proprio appiccicati agli Ospedali Riuniti“.
Poi sui rapporti tra D’Alba e Landella, ricostruiti nelle carte della Polizia di Stato, ancora Longo: “Landella dispone l’Amministrazione ad inginocchiarsi davanti ad un tale Michele D’Alba… il quale Michele D’Alba in questo momento è il nemico numero uno giurato di Paolo Telesforo”.
Agostinacchio: “Ah quindi hanno litigato i due?”
Longo: “Hanno rotto la società”
Agostinacchio: “Perché inizialmente c’era la società tra i due”
Longo: “Eh si, per prendere il Don Uva… hanno fatto questa società”
Agostinacchio: “Ah quindi hanno rotto… hanno rotto i due?”
Longo: “Hanno rotto al punto che Telesforo riunì un Cda e mise fuori eeh… questo D’Alba, il quale è socio di capitali in quanto ha il quaranta per cento di questa società, però con un Cda espressione della maggioranza lui è stato messo fuori e si è scatenata una terribile guerra fra di loro che ha coinvolto anche quelli attentati fatti a suo genero a quella Rssa, perché sembrerebbe, sembrerebbe che chi ha messo quelle bombe a questa Rssa sia il marito di una signora che lavora per Michele D’Alba”.
Agostinacchio: “Madonna mia che porcheria. Mi auguro proprio che questo non sia un fatto vero ti dico francamente, mi sembra una cosa veramente assurda”.
Longo: “Io francamente non ho elementi per dire se sia vero o no“.
Infine, tornando a parlare degli interessi sulla mega lottizzazione accanto al Riuniti, Longo: “Una porcheria, una porcheria, una porcheria grossa, io ho denunciato in aula questa porcheria, non me ne sono fregato di niente, quantunque avvicinato da qualcuno, io ho denunciato in aula questa situazione e ci è stato anche il sindaco che ha detto al microfono, allora il sindaco queste cose le deve sapere, io ho detto credo che il sindaco queste cose le sappia molto, ma molto bene, non c’è bisogno che io vada a relazionare ho fatto una denuncia pesante a questo riguardo”.
Intercettazione in Questura
Il nome di D’Alba anche nelle indagini sulle estorsioni in città. L’imprenditore venne intercettato in una sala della Questura di Foggia mentre era in compagnia di figlio e genero. Si indagava sui presunti soldi versati alla mafia locale.
D’Alba: “incomp … vedi che io ho detto che non c’eri … una bottiglietta d’ acqua”
Genero: “eccola qua”
(entrambi escono dalla saletta)
D’Alba: “tu non hai pagato niente. Incomp …o hanno intercettato a quelli la…”
Genero: “(abbassando notevolmente la voce) …o sanno che tu hai…”
D’Alba: “ah?”
Genero: “(a voce bassa) … sanno che tu li hai tirati fuori…”
D’Alba: “no… non credo… li tengono sotto controllo…”
Genero: “mannaggia”
D’Alba: “e vogliono le risposte…”
Genero: “incomp…”
D’Alba: “loro fanno le loro indagini… io ho denunciato ed ho fatto il mio dovere… ora tu sai che quelli hanno detto la parte… quello può dire quello che vuole…”
Genero: “quelli vogliono prendere a… quei due…”
D’Alba: “incomp… che non esce”
Genero: “no non non parlo… incomp… io non parlo… incomp…”
D’Alba: “non credo… gli ho detto oh statti calmo io sono una persona per bene… sono sangue… no no Sanna… quell’ altro devi vedre oh statti calmo non è che adesso… incomp… io sono una persona per bene”
Genero: “e denunci e ti dicono le parole… non denunci e ti dicono le parole“.
La conversazione è così commentata dagli investigatori: “D’Alba immediatamente riferiva al genero che aveva detto agli investigatori che lui non c’era (evidentemente si riferiva all’incontro che egli ed il figlio avevano avuto con Telesforo e Luca Vigilante). D’Alba, continuando, diceva testualmente, rivolgendosi al genero ‘tu non hai pagato niente… incomp… o hanno intercettato a quelli la…’. D’Alba, sostanzialmente, faceva presente al genero che doveva riferire di non aver pagato nulla per le richieste estorsive ricevute, anche se aveva il dubbio che gli investigatori avevano intercettato gli estorsori che potevano aver commentato. Il genero ipotizzava anche che gli investigatori sapevano che D’Alba aveva pagato (‘o sanno che tu hai… sanno che tu li hai tirati fuori…’) ma quest’ultimo ribadiva che gli investigatori avevano sotto controllo gli estorsori. Il genero, il quale non era stato ancora escusso a s.i.t. e quindi non era a conoscenza delle domande che intendevano rivolgere gli operatori di Polizia, riferiva che gli investigatori volevano arrestare a quei due; con questa frase si dimostrava perfettamente a conoscenza che gli autori dell’estorsione erano due persone e precisamente Tizzano e Gatta (membri del clan Moretti che si recarono nella clinica Il Sorriso di Telesforo per avanzare richieste estorsive, ndr) e diceva al suocero che lui non avrebbe parlato con gli investigatori. Di seguito si riporta testualmente la frase intercettata pronunciata dal genero: ‘quelli vogliono prendere a… quei due… no non non parlo… incomp… io non parlo’. D’Alba, successivamente – scrivono ancora gli investigatori –, narrava brevemente del colloquio sostenuto con gli investigatori e diceva che aveva fatto un segno al figlio per fargli intendere che non doveva dire niente“.
Contatti con la mala
Da alcune conversazioni tra malavitosi foggiani intercettate dalla polizia, spunta ancora l’imprenditore, anche lui nella famosa lista delle estorsioni stilata negli anni dalle batterie Moretti-Pellegrino-Lanza, Sinesi-Francavilla e Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese. Nelle captazioni ecco Francesco Tizzano dei Moretti, Alessandro Aprile alias “Schiattamurt” dei Sinesi-Francavilla, Giuseppe Albanese detto “Prnion” ancora dei Moretti e i fratelli “capelloni” Ciro e Giuseppe Francavilla ai vertici del gruppo Sinesi-Francavilla.
Tizzano: “…che abbiamo parlato di questo fatto! Quello mi ha detto il fatto di ‘Bacchettone’, mica la… da Rodolfo abbiamo parlato ieri oh, stava pure Rodolfo”
Aprile: “davanti a Pinuccio (Giuseppe Francavilla, ndr) e coso?”
Tizzano: “eh… che ha parlato del fatto di Michele D’Alba”
Aprile: “eh”
Tizzano: “eh, com’è… gli ha detto pure il fatto di Michele D’Alba ‘Vedi, sono andato io’ perché quello ha fatto ‘Che avete fatto per il fatto di Michele D’Alba?’… ed io zitto, hai capito?…ed ha detto”
Aprile: “ed ha parlato lui”
Tizzano: “ed ha parlato … ‘E com’è?’… quello come fa a dire no, non ci sono andato? Che stava parlato che voleva venire pure lui da Michele D’Alba, spiegami, quello come se lo doveva nascondere quel fatto, dai?”
Albanese: “comunque non si capisce niente ragazzi! non si capisce niente!”
Tizzano: “perché a questo punto lui non doveva dire niente neanche che è andato a parlare con Michele D’Alba, o no?”
Albanese: “non si capisce niente”
Aprile: “perché tu giustamente pure che non…”
Tizzano: “non sai come ti devi comportare”
Aprile: “giustamente togli poi…”
Tizzano: “però io se lo sto facendo…”
Aprile: “togli anche…”
Tizzano: “compà tu me lo hai chiesto? ‘Si, sono andato a parlare io con Michele D’Alba‘, però io se arriva il marsupio, io ho lasciato detto che il marsupio glielo devo mandare a Schiattamurt (Aprile), allo Sgarro (Pesante), a Lascia Lascia (Salvatore), giusto? Poi sono loro…”
Gli inquirenti scrivono che “in data prossima a1 24 dicembre 2017 veniva programmata una ulteriore riunione prospettata da Ciro Francavilla ad Aprile e Tizzano. Nel dialogo intercettato il 16 dicembre 2017 emergeva che Tizzano, su incarico di Rodolfo Bruno (cassiere dei Moretti ucciso a novembre 2018, ndr), assumeva il compito di responsabile della lista e incaricato, insieme ad Aprile, di effettuare il giro di assoggettamento e riscossione dei proventi presso le vittime designate” e riportano uno stralcio significativo della registrazione ambientale del 16 dicembre 2017 del dialogo tra Aprile, Tizzano e Ciro Francavilla.
Tizzano: “io sto aspettando quello… sto chiudendo con Michele D’Alba (Tre Fiammelle, ndr)”
Aprile: “e deve portare pure una cosa di soldi”
Tizzano: “non lo so se sono 20, 30… non lo so, quelli che mi porta ‘Guagliù questi abbiamo avuto!’“
Aprile: “si deve ragionare… inc… omissis“.
“L’inserimento di Michele D’Alba nelle liste delle estorsioni – riportano infine le carte degli investigatori – risulta anche dalla registrazione ambientale del 16 dicembre 2017 tra Aprile, Tizzano, tale Franco ed un altro uomo, nella quale i pregiudicati discutono delle modalità di acquisizione del denaro e di successiva spartizione tra loro. Tizzano: ‘Sta Michele D’Alba… Michele D’Alba‘. Aprile: ‘Eh’“. (In alto, il cantiere di Viale Pinto sotto sequestro; nei riquadri, D’Alba e Landella)