Dall’accapo Tonti alla pubblica illuminazione, passando per il ruolo dei dirigenti. Leonardo Iaccarino ha parlato per ore durante l’incidente probatorio, ricostruendo alcune delle vicende più recenti della politica foggiana. L’ex presidente del Consiglio comunale ha ricordato il caso della presunta tangente versata dall’imprenditore Paolo Tonti per un mega progetto edilizio nei pressi dell’ospedale cittadino. Giudice: “Io vorrei sapere innanzitutto una cosa da lei. Se Tonti aveva una capacità finanziaria e tecnica autonoma per affrontare questi lavori di cui alla convenzione o se dietro di Tonti lei sa, ha fonte certa e non una presunzione o può immaginare, invece ci fosse qualche altro gruppo o qualche altro imprenditore?”
La risposta di Iaccarino: “C’era la voce in giro, però quando c’è la voce in giro che veniamo a conoscenza di certe cose, quasi sempre corrisponde a realtà, che dietro Tonti c’era un altro imprenditore di Foggia”. Giudice: “Chi era?”. Iaccarino: “Il Michele D’Alba”. Giudice: “Ma lei in questi anni che ha fatto politica ha avuto la possibilità di saggiare la consistenza imprenditoriale del Tonti, la sua consistenza economica soprattutto per poter affrontare determinate imprese?”. Iaccarino: “Io non ho mai conosciuto la famiglia Tonti, a parte la dipendente comunale C.“. Giudice: “Quindi non ha mai visto in precedenza?”. Iaccarino: “Però quello che si diceva tra i nostri ambienti è che non erano facoltosi, non avevano grande disponibilità economica, ecco uno dei motivi per i quali non avevano ancora avviato il loro progetto nell’arco degli anni precedenti, che avevano difficoltà”. Giudice: “Volevo chiedere anche questo aspetto. Questo accapo Tonti praticamente era un’attualizzazione e una rinnovazione di una convenzione che era stata fatta in precedenza?”. Iaccarino: “Sì”.
Giudice: “Perché in questi cinque anni non si era concluso nulla di questi lavori di cui alla convenzione e, soprattutto, perché secondo lei non era stato fin dall’inizio stabilito il termine decennale, che poi si poteva prevedere no”.
Iaccarino: “Questa domanda l’ho formulata direttamente all’ingegnere Affatato (noto dirigente comunale recentemente declassato dai commissari, ndr): ‘Scusami se tu sapevi che la convenzione doveva durare dieci anni perché non l’abbiamo fatto direttamente’“.
Giudice: “La mia domanda è stata veramente suggestiva, nel senso che abbiamo capito leggendo tutte quante le altre vicende che c’è un certo sistema, che lei sta cercando di evidenziare, per cui si potevano creare delle situazioni per mettere in condizioni chi doveva avere i soldi di poter pagare”.
Iaccarino: “Certo, come no”.
Giudice: “E quello che lei ha detto è quello abbiamo visto appunto anche in altri procedimenti. Ora la domanda che le faccio: secondo lei questo spezzettamento della convenzione in due trance di cinque anni era finalizzato a questo, ad avere un tornaconto ulteriore?”
Iaccarino: “Ma, secondo me, proprio sì, perché comunque fa parte dello stesso sindaco, la prima volta che è passata…”
Giudice: “Quindi era stato già approvato dalla stessa?”
Iaccarino: “Era quello il sistema perché se io ho la possibilità di tenere sotto ricatto l’imprenditore due volte, anziché una, lo faccio due volte”.
Giudice: “E lei ha mai saputo o se è a conoscenza diretta se in occasione della prima approvazione di cinque anni prima fosse già stato pagato qualcosa?”
Iaccarino: “Ma secondo me sì”.
Gli accapi e le “indicazioni”di Landella
Con la pm Roberta Bray, Iaccarino ha disquisito su come si calendarizzavano gli accapi in Consiglio comunale.
Pm Bray: “Senta ci vuole raccontare come funzionava la calendarizzazione degli accapi? Chiamiamoli accapi, è un termine che viene utilizzato spesso”.
Iaccarino: “Sì. Allora in ufficio di presidenza arrivavano le proposte di delibera al Consiglio comunale dai vari uffici, dove erano controfirmati dai dirigenti con i loro annessi pareri, era compito dell’ufficio di presidenza trasmettere queste proposte di delibera alle Commissioni, in maniera particolare alla Commissione che riguardava l’accapo, ma poi per conoscenza anche alle altre tre Commissioni. Quindi c’era una valutazione da parte dei componenti della Commissione, dopodiché arrivava il parere della Commissione io convoco i Capigruppo e in quella circostanza si decideva se iscrivere o meno un accapo all’ordine del giorno”.
Qualcosa sarebbe andato storto con la pubblica illuminazione, probabilmente in seguito al rifiuto dell’imprenditore Luca Azzariti di versare una tangente di 300mila euro all’allora sindaco Franco Landella per ottenere l’importante appalto. Iaccarino: “Il sindaco indispettito da tutto quello che stava avvenendo, da tutto quello che stava accadendo, dice: ‘Stavolta continuo a prenderla in mano io la situazione’, e cioè si rivolge al dirigente Affatato e dice in maniera esplicita che questa cosa qui non deve passare, tant’è che è lo stesso Affatato in una circostanza mi riferiscono che dice: ‘Queste sono le indicazioni'”.
“Affatato non è l’ultimo dei fessi”
Così Iaccarino ha descritto il dirigente comunale: “Affatato era una persona che tu andavi nel suo ufficio, la prima cosa che faceva si allontanava e andavamo a parlare nelle scale e diceva: ‘State tranquilli la cosa sta andando bene’, oppure quando le cose non andavano bene o non ti riceveva o glielo riferiva direttamente al Cangelli (ex assessore al Contenzioso, ndr). Tutti i tipi di condotta ha adottato con me Affatato, prima mi riceve: ‘Presidente accomodati, Presidente andiamo di là’, quando le cose non andavano bene: ‘Presidente sono impegnato puoi passare più tardi’, cioè Affatato non è l’ultimo dei fessi del Comune di Foggia, quindi sa che se ti deve dare la buona notizia è egli stesso che ti accoglie; se ti deve dare la cattiva notizia gira intorno all’argomento oppure gliela dà direttamente al suo amico fidato Consigliere comunale Bruno Longo“.
Pm Bray: “In questo caso che ha fatto?”.
Iaccarino: “In questo caso gliel’ha riferito direttamente a Bruno Longo e Bruno Longo mi dice: ‘Leo purtroppo quella è Made Landella è entrato nuovamente su questa cosa qua, mo’ ci dobbiamo preparare al ricorso al TAR”.
Sembrava tutto fatto per il passaggio della pubblica illuminazione ad Azzariti ma la mancata tangente avrebbe bloccato tutto, lasciando la città al buio per anni. Ancora Iaccarino: “Cangelli fino alla fine manteneva la tesi, non so se stava bluffando pure lui o meno”.
Pm Bray: “Che tesi?”
Iaccarino: “Passa, non ci sono problemi, c’è l’avvicendamento state tranquilli, non vi preoccupate”.
Pm Bray: “Cioè l’avvicendamento, il subentro della società di Luca Azzariti nel progetto di finanza?”
Iaccarino: “Sì: ‘Perché noi abbiamo visto i requisiti ci sono, state tranquilli’. Poi ad un certo punto lo stesso Cangelli dice: ‘Eh ma adesso è Caso (ex segretario comunale) che sta rompendo le scatole, perché ha trovato lui un cavillo però insomma… Sergio fammi capì è il segretario o il sindaco?‘. ‘Eh… è il sindaco che ha dato questa indicazione’“.
Pm Bray: “Questo le ha detto Cangelli?”
Iaccarino: “Certamente”.
Pm Bray: “E Affatato cosa le ha detto?”
Iaccarino: “Affatato essendo un dirigente del Comune di Foggia è la stessa persona che insieme a Caso doveva dare il suo parere favorevole o contrario, perché se non mi sbaglio Affatato era anche il RUP dell’appalto della pubblica illuminazione o lui o il geometra Arturo Suriano, uno dei due, ma è la stessa cosa Suriano-Affatato è la stessa cosa. Quindi io non mi stupisco del fatto che avrebbero potuto dire tranquillamente sì e hanno detto tranquillamente no”. (In alto, Affatato, Landella e Iaccarino; sullo sfondo, il Comune di Foggia)